Stemmario delle Famiglie nobili e notabili del Sud Italia. Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
Arma: d'argento caricata e ripartita ognuna di due occhi umani al naturale, con la campagna di verde, al monte di tre cime, sormontato da un Cipresso. (Gilberto Quattrocchio). L'aspetto più interessante di questa versione dello stemma di Famiglia riguarda la presenza del cipresso, espressione dell'anelito imperituro verso l'imperituro ideale. La "Giovane Italia" adottò come emblema un cipresso con il motto "Ora e Sempre" e lo chiamò "Albero della Vita".
Gli stemmini sono stati realizzati consultando antichi manoscritti inediti, tra i quali il "Fizzarotto", conservati presso Biblioteche Nazionali, Archivi di Stato e Biblioteche Universitarie.
NAPOLI
Century XIV secolo
Angelus Quatuoroculi - anno 1310 - Napoli, (Campania) - Quattrocchi
Autore:Bernabeo A.R.- Editore:Esculapio-Anno:1996 -"Da empirismo a scienza applicata".
La necessità di studiare i processi formativi della Medicina nei suoi aspetti pratici e scientifici ha acquisito fisionomia propria sul finire del XVII secolo con l'Histoire de la Medecine pubblicato nel 1696 dal ginevrino Daniel de Le Clerc. In Italia la cultura storico medica ha preso avvio con l'Introduzione alla Storia della Medicina Antica e Moderna del catanese Rosario Scuderi Quattrocchi, uscita a Napoli nel 1794, e con la proposta di Antonio Scarpa (16 novembre 1798) di istituire anche in Italia, come già in Francia, un Corso di Storia Ragionata della Medicina.
ORIGINE DE' COGNOMI GENTILIZI NEL REGNO DI NAPOLI di Gennaro Grande
... di Napoli gli ricevettero per onore nella loro famiglia, la famiglia Carafa in due rami, Quattromani, Quattrocchi, ...
Comunità di Vallata tra Chiesa Madre, Cappellanie e Regia Dogana
Nell'anno 1796 il Presidente della Regia Dogana, Don Giuseppe Gargani che era anche il Presidente della Sommaria a Napoli, mandò i due scrivani del Real Patrimonio Giovambattista Quattrocchi e Paquale del Conte a verificare la veridicità circa quegli ex soci non locati.
REGESTO N.4440 - DELL'ANNO 1489 9 maggio 1489
QUATTROCCHI POLIDORO
Ascolano. In un atto del 9 maggio 1489 che si conserva
nell'Archivio del Monastero di Montevergine come regesto n. 4440, risulta che
in tale data fece istanza al re di napoli di concedergli una "Mezzana"
a Corneto per far pascolare i suoi sessanta buoi avendo dovuto lasciare an'altra
"mezzana", dote di sua moglie, dove ora pascolano "le jumente"
del Re. Il Re concede al Quattrocchi
nel territorio di Corneto, in agro di Ascoli. REGESTO N.4440 - DELL'ANNO 1489
9 maggio 1489 Foggia.
Avendo il magnifico Polidoro Quattrocchi,
di Ascoli, dovuto quasi lasciare una "mezzana", dorale di sua moglie
"per uso et pasculo de li boi del suo campo", mezzana che ora si pascola
"pro maiori parte per le jumente de la...Maestà; perciò egli
supplica la Maestà del re che "li voglia concedere in detto terrirorio
vostro per ristoro di quella", nel territorio di Corneto,
"una mezzana comoda per uso et pasculo de boi sexanta...", affiché
"esso supplicante possa fare industrie de campo per lo suo vivere secondo
fanno li altri maxari de puglia". Accogliendosi tale supplica, si dà
ordine dalla regia Camera a Nicola Caracciolo
("Caracziolo"), "regio dohanerio pecudum apuliae", in data
21 ottobre 1488, dopo accurate informazioni, concede
al Quattrocchi una Mezzana in Corneto
(XV,75).
N.B. Il documento in una copia autentica, si dice estratto in Napoli
il 25 giugno 1547. Ind., dalla regia camera della Sommaria.
ANTONIO SALMENA "Morano Calabro e le sue Case illustri"
La Principessa D. Rosa Pignatelli concesse la Cappella del Purgatorio nella chiesa della Maddalena di Morano Calabro « al Magnifico Antonio Quattrocchio, Patrizio Napolitano dimorante da più anni in Morano cum domo et familia » come è scritto nell'atto autentico del 12 Agosto 1749.
I Manoscritti di Agostino Gallo Notizie di Artisti Siciliani dal 1778 fino al 1832
IL RE BORBONE PER L'ESECUZIONE DEL COMPLESSO STEMMA ARALDICO DETTE INCARICO A FRANCESCO QUATTROCCHI (CASERTA-NAPOLI-TRAPANI )
MARIGLIANO
Risalta fuori una nota della Sovrintendenza dellaprile
2004 con la lista di immobili da assoggettare a procedure di vincolo. Nella
lista ci sono Palazzo Comunale, Palazzo Mastrilli, Palazzo Cesarano, Palazzo
Doria, Palazzo DAlessandro, Palazzo delle Ornie Catalane,
Palazzo Torre, Masseria Martoni, Palazzo e Cappella Anselmi, Palazzo
Addeo, Palazzo Montagna, Palazzo DAmore, Palazzo
Quattrocchi, Chiesa di SantAntonio, centro storico di Laudomnini,
Palazzo Terracciano, Palazzo Lombardi, Palazzo Amato, Palazzo Monda, Casa Catalana,
che stando a quando asserito dallingegnere Ciccarelli al momento non hanno
vincoli.
LA STORIA DI MARIGLIANO: LA FINE DEL REGNO DI NAPOLI
Il 25 luglio 1860 Francesco II, ultimo re di Napoli, firmò la Costituzione
per salvare il regno e la dinastia. A Napoli si scatenò la furia popolare.
Per evitare i tumulti nelle Province, le autorità ricorsero ai "galantuomini",
signori e borghesi benestanti che detenevano il potere economico e politico
ed erano in grado di esigere da tutti il rispetto. Questi signori divennero
i garanti del nuovo ordine costituzionale. La borghesia meridionale, di fronte
a un'improbabile restaurazione borbonica o a una soluzione autonomistica, spinse
per l'annessione al Piemonte. Il 21 ottobre dello stesso anno i cittadini furono
chiamati per votare. La votazione plebiscitaria sancì l'annessione delle
Due Sicilie al Piemonte.
ISCHIA
TORRE QUATTROCCHI
A FORIO - ISOLA D'ISCHIA
Torre Quattrocchi. Di forma quadrata, l’ultima
costruita a Forio, di fronte alla Basilica di S. Maria di Loreto, inglobata
in un edificio privato. Offre una ampia visione panoramica, donde il nome.
Storia dellisola
dIschia Tra Torri e Sviluppo Urbano Abitato dal XII secolo ad oggi.
Ischia Il borgo marinaro, che vide strutturarsi insediamenti
permanenti dopo la costruzione del Torrione, presenta due delle maggiormente
note torri del paese: il Torrione, e quella che fu dei Migliaccio e poi dei
Morgera, comunemente nota sotto il mai giustificato, e probabilmente mal interpretato
nome di Torre Quattrocchi. Praticamente identica
alla Torre di S. Restituta, come si presentava prima del sisma del 28 luglio
1883, è il solo esempio di coronamento a merloni sopravvissuto nellisola
(36), e si pone come ulteriore esempio di accoppiamento chiesa-torre, così
frequente anche nellisola; essa fu lultima delle torri foriane:
La più recente di tali torri è quella in mezzo alla piazza appartenente
alla famiglia Migliaccio Fig. 10 - Torre Quattrocchi - Il coronamento a merloni
della Torre della Piazza (Quattrocchi) - Si noti
lalternarsi di caditoie e archibugiere in corrispondenza di archetti ciechi.
Vi si potrebbero vedere 8 Torri (6 le indicate), poiché la QUATTROCCHI
è stata costruita sicuramente dopo il 1574, potrebbero essere queste
le 7 torri di cui parla Antonio Pirro STINCA nella sua Relazione alla Regia
Camera della Sommaria, a meno di quella di NACERA, ed aggiungendovi quella di
CIGLIANO e di BAIOLA. Le altre Torri quadrate, quindi private, sono: Quattrocchi,
Patalano, di San Vito, Morgera e la Torre di Panza: il documento grafico quindi
conferma la descrizione Stinca. La Torre Quattrocchi
è la più imponente, datata alla seconda metà del Cinquecento,
si trovava al centro del nucleo abitato, difronte alla chiesa di Santa Maria
di Loreto. Pendant con quella cilindrica dellUniversità, adattata
poi a residenza nobiliare.
Situata di fronte alla chiesa di S. Maria di Loreto, vi è la Torre dei Quattrocchi, su ogni lato presenta una feritoia. Realizzata in muratura di tufo, è a pianta quadrata e a tre piani. Il piano terra, inclinato a scarpa, presenta un rivestimento a finto bugnato rimaneggiato, gli altri due a finto mattone. Gli spigoli sono rinforzati con pietre di tufo sagomato a blocchi che conservano il rivestimento a finto bugnato. Lungo il coronamento sporgente della torre, sostenuto da mensole collegate da voltine, si aprono feritoie alternate a caditoie . Su un blocco di pietra al centro dell'arco del portale si legge l'iscrizione "A.D. 1792" e al di sopra è uno stemma nobiliare in marmo (probabilmente della famiglia proprietaria della torre in quel periodo) raffigurante un elmo e due leoni rampanti ai lati di un albero. La torre è inglobata in un palazzo: all'interno del cortile, una scala semiaperta collega il piano terra, adattato ad androne del palazzo, con il primo livello; scale interne in legno collegano i piani superiori e la copertura. Dal cortile dell'omonimo palazzo adiacente parte una scala semiaperta che conduce al piano della torre, dal quale, poi, si accede ai piani superiori per le scale interne di legno. Proseguendo ancora e svoltando a destra per la salita di Via Card. Luigi Lavitrano dopo aver camminato per circa 100 mt. Sulla destra della piccola piazzetta, ha inizio via Casa Patalano. Dopo appena 20 mt. di fronte vi è la relativa Torre ottimamente restaurata nel 1933. La Torre è visibile, per la posizione relativamente elevata, sia dalle vie litoranee, sia dallinterno del paese: aiutano a rintracciarne la posizione due alte palme che crescono nel cortile interno, e che compaiono in quasi tutte le immagini che la comprendono.
Notizie Storico/Critiche - La Torre dei Quattrocchi, di corso Umberto fu edificata come torre di difesa e di rifugio dalle incursioni piratesche, all'interno del nucleo abitativo costituitosi nel XIV sec. intorno alla chiesa di S. Maria di Loreto. Verso la metà del XV secolo il villaggio di Forio era già in piena espansione e dal primitivo insediamento sul colle chiamato "Castello a roccio" presso la vetusta chiesa parrocchiale di San Vito (XIVsec.) dovette verificarsi uno spostamento verso il mare, nella zona intorno alla chiesa di S. Maria di Loreto (XVI sec.) ove si stabilì, infatti, un cospicuo nucleo abitativo. Per la sua ubicazione, esposta ai pericoli delle scorrerie corsare, si concentrò un nutrito complesso di torri di difesa. La soprannominata Torre di corso Umberto,a Piazza (Quattrocchi),(perché edificata dalla Nobile Famiglia Omonima proveniente da Roma)nella persona del magnifico Antonio che alla morte del Padre Flaminio Quattrocchio (Cubicolario di Urbano VIII) per non patire le avversità del Papa successivo si venne in un primo momento a rifuggiare nella sudetta Torre, (poi ritiratosi a Morano Calabro) edificata al Tempo di Pietro e Gomezio Quattrocchio per le ragioni sopra accennate, fu costruita nella seconda metà del XVI sec., più ampia rispetto alle altre. Fa parte della serie di circa dieci torri quadrate costruite tra le case per offrire riparo alla popolazione in caso di scorrerie. Adattata poi ad abitazione privata, è l'unica torre nominata da D'Ascia (1867) insieme al Torrione: lo studioso la segnala come la torre più recente e la dice appartenente alla famiglia Migliaccio. Ex residenza del medico svizzero Chevalley de Rivaz, almeno dagli anni Trenta è di proprietà della famiglia Morgera.
CASERTA
PUBBLICAZIONI DEGLI
ARCHIVI DI STATO SAGGI 105 ALLE ORIGINI DI MINERVA TRIONFANTE
Caserta e lutopia di S. Leucio.La costruzione dei Siti Reali borbonicia
cura di IMMA ASCIONE,
GIUSEPPE CIRILLO E GIAN MARIA PICCINELLI
Un documento dellArchivio di Stato di Caserta consente di costatare che effettivamente un tronco stradale di qualche miglio generalmente è suf?ciente per collegare con la capitale del Regno e con il capoluogo di provincia, innestandosi ad una strada regia o provinciale, la quasi totalità dei capoluoghi di circondario e, attraverso essi, la maggior parte dei Comuni. Del resto Michele Quattrocchi, un impiegato della Intendenza di Terra di Lavoro, dimostra nel 1844 che i 233 Comuni e i 315 villaggi della provincia sono in comunicazione per mezzo di strade rotabili, e qualche volta di vettura, con i capoluoghi di circondario e di distretto, con il Tribunale di S. Maria, con le diocesi e con la capitale del Regno e possono raggiungere, sebbene talora con qualche difficoltà, la Marina (130). Ma è il Quadro dimostrativo di tutte le strade comunali della provincia di Terra di Lavoro, redatto nel 1833 dal direttore delle Opere pubbliche provinciali ingegner Panico, a consentire un discorso dettagliato. Non cè dubbio che Ludovico Bianchini fornisce dati esageratamente alti sulla lunghezza complessiva delle strade comunali del Regno, ma è altrettanto vero che il Quadro elaborato da Panico conferma una straordinaria diffusione delle strade comunali nella provincia. Esso, infatti, enumera tutte le strade comunali costruite, in costruzione e in progetto a quella data dai Comuni della provincia per accedere alle strade regie e provinciali, o anche alle opere speciali. Si scopre, così, che nel complesso 64 Comuni della provincia sono uniti al reticolato di strade regie e provinciali per mezzo di 77,5 miglia di strade costruite, 31 miglia in progetto e 81 in costruzione. Si tratta per lo più di strade a breve lunghezza, giacché come più volte ricordato la con?gurazione morfologica della provincia e le sue caratteristiche di geografia Fisica esigono per collegare i Comuni alla più vicina strada regia e provinciale piccole traverse, lunghe da mezzo miglio a tre miglia al massimo. 130 Michele Quattrocchi, Notiziario statistico delle distanze de comuni e de villaggi ad essi riuniti della provincia di Terra di Lavoro, Caserta, Tipografia dellIntendenza, 1844.
Ciclo di Conferenze dal Titolo Accordi in Sei Corde - Gli artisti della nostra terra incontrano lUniversità
Il progetto Accordi in sei corde,
diretto da Angelo Agnisola e Paolo Gallina e finanziato dalla Seconda Università
degli Studi di Napoli nellambito delle attività culturali organizzate
dagli studenti, nasce dal bisogno, manifestato con determinazione da tutti gli
artisti, di avere anche a Caserta spazi dedicati alla promozione della musica
e della sua cultura. Interverranno: Pietro Condorelli (docente chitarra jazz
al conservatorio S.Pietro a Majella) , Marco Sfogli (chitarrista) , Sergio Bertoni
(produttore), Gino Licata (autore), Angelo Agnisola (critico musicale). Corrado
Sfogli e Pasquale Ziccardi (N.C.C.P.), Gianni Gugliotta (regista e ricercatore),
musicisti di gruppi di musica etnica (Corepolis, Cantica Popularia, Taranterrae),
Pietro Di Lorenzo (Ass. Cult. F. Durante). Fausto Mesolella (chitarrista), Antonio
De Innocentis (chitarrista), Emilio Di Donato (direttore Casertamusica.com)
e tanti altri chitarristi casertani. La serata di chiusura del progetto Accordi
in sei corde vedrà, inoltre, la presenza del M°
Mario Quattrocchi che è stato per moltissimi chitarristi casertani
il primo Maestro, e che molti considerano di fatto il fondatore di quella che
si va affermando come scuola chitarristica casertana. Il Maestro Quattrocchi
è stato il primo a portare lo studio della chitarra classica a Caserta
quando ancora questo strumento era considerato solo da accompagnamento; ha formato
tanti chitarristi classici quando ancora nei conservatori eseguire brani classici
su chitarra era considerato unassurdità. Il Maestro Quattrocchi
è di fatto il padre di tre generazione di chitarristi della nostra provincia.
Durante il corso della serata verrà consegnata al Maestro una targa di
riconoscimento per la sua attività didattica che ha sensibilmente arricchito
il patrimonio culturale e musicale della nostra terra.
www.casertamusica.com
sito a cura di Gilberto Quattrocchio e Patrizia Prodan
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