MARSIGLIA- MARSEILLE

Anno 1225 - Nel medesimo mese la compagnia di Giovanni Pagano, Musso (Muzzo) Calderario, Feliciano Feliciani, Guglielmo Quattrocchio e soci, creditrice di somme importanti del Tesoro francese, oltre a compiere varie operazioni di cambio in fiera vende pellicce e panni, dà denaro a mutuo e terreno in affitto, compera case nei sobborghi di Marsiglia. Alla compagnia Piacenza dette pieni poteri per trattare gli affari comuni: Guglielmo Leccacorvo era uno di loro. Finalmente lo stesso comune di Piacenza si acconciò alla situazione tanto da servirsi del banco Leccacorvo per far versare una somma dovuta a Pagano Fieschi conte di Lavagna. In questo caso non è possibile dubitare che il pagamento fu eseguito.

ARTICOLO GIORNALE BANCA FLASH - ANNO II - n. 3 - 1988
notiziario riservato agli azionisti della Banca di Piacenza.
Banche e banchieri nella storia piacentina
LA FORTUNA MEDIOEVALE DEI MERCANTI E DEI CAMBIATORI PIACENTINI

"Pierre Racine, in uno dei suoi pregevoli studi sulla storia di Piacenza, ha dimostrato che le prima pratiche bancarie medioevali nascono e si sviluppano a Genova nella seconda metà del XII secolo. A quell'epoca i piacentini hanno già rapporti economici con la città ligure, ma solo di carattere esclusivamente mercantile, vendono fustagno lavorato e comprano materie prime per il settore del tessile, allora in grande espansione, oltre a cuoio e pelli. Una comunità di mercanti della città padana si stabilisce a Genova per partecipare agli affari del porto e, con il tempo, i singoli mercanti si diffondono anche nei porti mediterranei, specie a Montpellier e a Marsiglia. Nei documenti notarili genovesi cominciano ad apparire i nomi delle nobili casate piacentine: Anguissola e Bracciforti. Con lo sviluppo progressivo del commercio europeo, grazie soprattutto alle fiere di Champagne, nel XII secolo si affinano i metodi di prestito e di cambio: proprio in questo settore a Genova, che all'epoca rappresenta il massimo porto di scambio tra Mediterraneo e continente, i piacentini perfezionano - se non inventano, dice Racine - il contratto di cambio. Raccolgono, cioè, il denaro su una piazza e, tramite un agente, lo cambiano in una valuta differente su un'altra piazza, dove ad esempio, si tiene un mercato, per poter evitare il trasporto del denaro. Il primo banchiere citato nei rogiti notarili nel 1206 proviene da Rivergaro e non ne conosciamo il nome, ma durante il 1200 affiorano i più importanti: Giovanni Ascherio, Gregorio Nigrobono, Simone di Gualtiero, Guglielmo Leccacorvo che, con il socio Leonardo Rozo, è quello più attivo. Sulla piazza di Marsiglia sono invece presenti gli Anguissola, i Bagarotti, gli Speroni, i Villani, i Bracciforti, i Quattrocchi e gli Stravillani. La loro attività non si limita al cambio, ma si estende al deposito, al credito per attività commerciale e al commercio medesimo. Nella seconda metà del 1200 i piacentini cominciano poi a stanziarsi in Oriente per poter commerciare direttamente in prodotti di lusso, spezie e seta. Nel 1268 sono presenti ad Acri i piacentini Oberto Capitale, Lanfranco Brixiense, Giacomo de Torsello, Giacomo de Tado e Fulcone de Rodico."

PARIGI - PARIS

Etudes sur la bourgeoisie parisienne: Gandoufle D'Arcelles et les Compagnies Placentines a Paris (fin du XIII siècle)

Anno 1246 - Guglielmo Quatuoroculi Parigi - Champagne
Ugo Quatuoroculi fa parte dell'Assemblea di Lagny- Parigi
Anno 1253 - Guglielmo Quatuoroculi è l'agente francese di Giovanni Pagano
Josep Quatuoroculi prima a Marsiglia, poi a Parigi, banchiere e negoziante all'ingrosso.

All'inizio del 1200, sotto la spinta espansiva dovuta al notevole incremento demografico dei primi due secoli del nuovo millennio e allo sviluppo delle attività agricole, artigianali e commerciali che sollecitano la rinascita dell'economia monetaria, sono coniate nuove monete d'argento e d'oro a Venezia e a Firenze, e poi a Genova, in Francia, in Inghilterra e in Ungheria, ai cui giacimenti si aggiunge l'afflusso di oro dalle miniere sudanesi per effetto dei commerci con le popolazioni africane. La più sostenuta circolazione monetaria, l'uso di nuovi mezzi di pagamento, la frequenza delle Fiere, il miglioramento delle vie di comunicazione, comportano la formazione di un ricco ceto di banchieri che finanziano commerci, viaggi, spedizioni navali, signorie, regni e guerre.

Avvenimenti Fondanti la Francia. Papa Innocenzo III promuove contro Ottone di Brunswick (nato 1175-76 - morto 1218- Imperatore dal 1209 al 1215), Giovanni Senzaterra (1167-1216) e alcuni grandi feudatari francesi, una coalizione facente capo al re di Francia Filippo Augusto (nato 1165-1223 - re dal 1180), che in Fiandra presso il ponte di Bouvines, il 27 luglio 1214, riporta una vittoria considerata tra gli avvenimenti fondanti della Francia. Da questa vittoria e dall'alleanza con il Papato che la monarchia francese recupera sotto la propria sovranità i territori occupati dagli Inglesi a nord della Loira, la Provenza, il Poitou, il Saintonge e la Linguadoca sotto Luigi VIII (1187-1226), i possedimenti di Raimondo VII di Tolosa sotto Luigi IX (1214-1270) incassa la definitiva rinuncia, con la pace di Parigi del 1259, di Enrico III di Inghilterra (1207-1272) alla Normandia, al Maine, all'Angiò e al Poitou e il suo riconoscimento dello stato di vassallo per il ducato di Guienna (Aquitania), estende il regno alle Contee di Tolosa e di Champagne al tempo di Filippo l'Ardito (1245-1285) figlio di Luigi IX. Il consolidamento della corona francese trova una conferma nel consenso di Papa Urbano IV (1200 circa, morto nel 1264, Papa dal 1261) alla conquista del Regno di Sicilia da parte del fratello di Luigi IX, Carlo d'Angiò (1226-1285, re di Sicilia dal 1266 al 1282).

Per esempio la grande società di Giovanni Pagano, Musso Calderario, Feliciano Feliciani, Guglielmo Quattrocchio etc., creditrice di somme importanti dal Tesoro di Francia per la settima Crociata (Belgrano, Documenti inediti riguardanti le due Crociate di S. Ludovico IX re di Francia, Genova 1859, passim), oltre a ricevere e a dare denari a cambio (F 30, 57, 116; P 20) vende vai (F 60) e panni (F 211), dà denaro a mutuo (F 123); uno di loro dà in affitto terreni (P 113) e compra parecchie case nei sobborghi di Piacenza (P 117); altri due partendo per le fiere di Champagne vengono incaricati, da persone estranee alla società, di varie commissioni certo non gratuite, tra le quali parecchie riscossioni e il ritiro di mercanzie depositate laggiù (F 42, 81, 196). Similmente Ugo Burrino e soci oltre a qualche cambio effettuano vendite di panni (F 24, 28, 45, 203, 210) e di pelli (F 59); Antonio Bicuollo e Guglielmo Rato oltre al cambio vendono feltri (P 72) e panni (F 143); Oberto de Cariis e soci oltre al cambio vendono panni (F 64, 167) etc.
Genovesi (82). Ma il più delle volte questi ultimi sono mercanti non specializzati nel cambio, e le altre loro attività sono piuttosto coordinate che non subordinate ad esso. In loro è rimasto qualche cosa del mercante - marinaio dei primi tempi, che nel viaggio d’andata non sa con certezza dove approderà (dopo il luogo di destinazione, tutte le commende aggiungono ancora « exinde quo Deus mihi melius administraverit »; e dopo il porto designato per effettuare il pagamento, tutti i cambi marittimi avvertono: « vel ubicumque portum fecerit ») nè con quale carico tornerà indietro (sono ben rari nella nostra serie i contratti dove sia prestabilita la merce da portare al ritorno). Ormai, però, s’è sviluppata a Genova come altrove la figura del capitalista che non si muove di persona ma finanzia altri che si muovano per lui, e a sua volta accetta finanziamenti da altri (83); sono rimasti l’individualismo, l’elasticità, la varietà degli affari propria del grande traffico marittimo, ma ognuno tende a raggruppare le fila del proprio commercio in modo che si completino tra loro, che in ogni luogo le merci da vendere pareggino per valore quelle da comprare, e che i mezzi di trasporto siano gestiti in proprio; in breve, ci troviamo spesso di fronte a una integrazione del commercio — commercio a catena — che precede di poco l’integrazione dell'industria.

11 marzo 1252 — (Simone) fu Martino D’Oria fa procura a Musso Calderario, Guglielmo Quattrocchio e Silvestro P . . . . lamberto per esigere da frate Guy de Basenville precettore del Tempio L. 125 torn. mandate da fra Raynault de Viquier (Raynaldus de vicherio) Maestro del Tempio (per lettere sigillate del 1° maggio 1252).

17 marzo. Simone Gualterio fa procura a Musso Calderaro e a Guglielmo Quattrocchio di Piacenza per ricevere da Pierre Blondel (Petro Brondello) di Lagny 12 balle di zenzero depositato presso di lui da Lanfranco Gualterio suo parente.


MEAUX

IL PIU' GRANDE MONUMENTO IN PIETRA DEL MONDO - 1932

Inscription: (On base, left:) FREDERICK MAC MONNIES STATVAIRE/THOMAS HASTINGS ARCHITECTE/EDMONDO QVATTROCCHI/AGRANDISSEMENT ET EXECVTION (On base: front elevation:) AV MOMENT OV S'ENGAGE/VNE BATAILLE DONT DEPEND/LE SALVT DV PAYS IL IMPORTE DE RAPPELER A TOVS/QVE LE MOMENT N'EST PAS PLVS DE REGARDER/EN ARRIERE TOVS LES EFFORTS DOIVENT/ ETRE EMPLOYES A ATTAQVER ET REFOVLER/L'ENNEMI VNE TROVP QVI NE PEVT PLVS/AVANCER DEVRA COVTE QVE COVTE GARDER/LE TERRAIN CONQVIS ET SE FAIRE TVER/SVR PLACE PLVTOT QVE DECVLER (On base, rear elevation:) HERE SPEAK AGAIN THE SILENT/VOICES OF HEROIC SONS OF FRANCE/WHO DARED ALL AND GAVE ALL IN THE DAY OF DEADLY PERIL/TVRNED BACK THE FLOOD OF IMMINENT/DISASTER AND THRILLED THE WORLD/BY THEIR SUPREME DEVOTION/ERECTED IN 1932/BY AMERICAN FRIENDS OF FRANCE/IN MEMORY OF THE BATTLE OF MARNE IN SEPTEMBER 1914

Meaux è un comune francese di 49.421 abitanti sottoprefettura nel dipartimento della Senna e Marna, nella regione dell'Île-de-France. Antica capitale della Brie, i suoi abitanti si chiamano Meldois.

CHALONS EN CHAMPAGNE

“La Trinité souffrante.”

Dans les œuvres d’art du diocèse de Châlons en Champagne.
A la fin du Moyen Âge, se répand une figuration de la Trinité dite “Trinité souffrante”, comme on la voit ici sur un vitrail de l’église Saint-Loup de Châlons en Champagne (fin du XVème siècle). Dieu le Père, assis sur un trône, tient dans ses bras les deux bras de la croix sur laquelle est crucifié le Christ. L’Esprit Saint est figuré sous la forme d’une colombe entre les deux têtes des deux autres personnes de la Trinité. Cette image associe donc le mystère de la Trinité à celui de la Rédemption.
Rubrique alimentée par Jean-Pierre RAVAUX, Conservateur des Musées de Châlons en Champagne
Photo de Hervé MAILLOT - Musée de Châlons en Champagne.

Rivista degli studi orientali - Università di Roma Scuola orientale - 1949

Il primo esempio di una figura con tre facce e quattr'occhi, è l'immagine dipinta sopra una vetrata di Notre Dame di Chalons (XVI secolo) che rappresenta in forma sensibile il mistero della Trinità. Questa rappresentazione simbolica ebbe successo malgrado la disapprovazione dei Vescovi e degli stessi Pontefici Urbano VIII e successivi.

TUNISIA

LISTE DES MARIAGES EN TUNISIE DE 1801 À 1949
MATRIMONI - BATTESIMI - SEPOLTURE DEI COMPONENTI DELLA FAMIGLIA QUATTROCCHI RESIDENTI IN TUNISIA.
LISTA DEI MATRIMONI DELLE SIGNORE QUATTROCCHI


QUATROCCHI Elisabeth CATALDO Dominque Bizerte 1903 104
QUATTROCCHI Marie-Anne ANGELICA Dominique Cathedrale 1887 59
QUATTROCCHI Concetta CISCARDI Jean Sfax 1930 24
QUATTROCCHI Maria-Anna CIUFFO Sauveur Ste Croix 1922 17
QUATTROCCHI Séraphine DE MARIA Jean Sfax 1931 1
QUATTROCCHI Louise DOMINICI Jean St Joseph 1947 15
QUATTROCCHI Venera GRASSO Pascal Rosaire 1909 50
QUATTROCCHI Gaétane LA ROSA Antoine Rosaire 1947 124
QUATTROCCHI Pierrette NICOUD Lucien-Marcel Le Kram 1948 5
QUATTROCCHI Conception ORLANDO Rosaire St Joseph 1937 38
QUATTROCCHI Grâce PACENZA Eugène Sfax 1920 45
QUATTROCCHI Conception PAPARONE Pascal Bizerte 1891 10
QUATTROCCHI Lucie PERO Michel Sfax 1897 18
QUATTROCCHI Vincente PIACENTINO Antoine Sfax 1925 52
QUATTROCCHI Carmèle SALAMONE Carmel Medjez-el-Bab 1939 1
QUATTROCCHI Laurence VALENZA Gaétan Cathedrale 1913 19
QUATTROCCHI Rose-Marie VALENZA Gaétan 1914 76
QUATTROCCHI Jeanne VASSALO Joseph Bizerte 1915 24

LISTA DEI MATRIMONI DEI SIGNORI QUATTROCCHI

BATTESIMI QUATTROCCHI TUNISIA

SEPOLTURE QUATTROCCHI TUNISIA

 

LE ORIGINI DEL CORRIERE DI TUNISI E LA RIDEFINIZIONE DELLA COLLETTIVITA' ITALIANA, UNA NECESSITA' !!!

DI LUCIA CAPUZZI E GIUSEPPE MARIA CONTINIELLO DEL 30 NOVEMBRE 2006

La memoria storica degli Italiani in Tunisia, attraverso i loro Periodici. Dopo tredici anni di silenzio, la fondazione del Corriere di Tunisi, nel 1956, diede continuità alla lunga tradizione del giornalismo italiano in terra africana. La stampa in lingua italiana, infatti, è stata l’iniziatrice della stampa periodica in Tunisia, a partire dall’edizione del Giornale. Dal 1964, è importante registrare, l’inizio di una rubrica, a cura di Francesco Quattrocchi, corrispondente da Torino, intitolata, notizie da Tortona. In essa, si racconta la vita del Centro di accoglienza, dando notizia degli infortuni sul lavoro, delle cerimonie, si inviano messaggi di solidarietà, per gli agricoltori italiani di Tunisia, colpiti dalle misure di esproprio, si illustrano le difficoltà nel lasciare il campo mentre gli arrivi si moltiplicano a causa della mancanza di case popolari e degli astronomici prezzi degli affitti. Per quanto riguarda la costruzione di case popolari, il 25 giugno 1964, ci si augurava che esse fossero edificate il più vicino possibile alle città industriali per evitare ai profughi di percorrere 10 o 15 chilometri, due o tre volte al giorno, per trovare un impiego. Le prime trasmissioni in lingua italiana, nell’altra sponda del Mediterraneo. Il Corriere di Tunisi,strumento cartaceo di informazione è, altresì, attento alle nascenti tecnologie, come dimostrano i tanti articoli dedicati prima alla radiofonia e poi alla televisione. Così, la visita del presidente del Consiglio Fanfani al Cairo, conclusasi il 9 gennaio del 1959, diviene l’occasione per parlare della nascita di un programma radiofonico in lingua italiana. Tale visita aveva, infatti, come obiettivo il riavvicinamento economico, culturale e politico tra l’Italia ed i Paesi Arabi, dove erano presenti da tempo comunità di nostri connazionali. È in questo intendimento, che si doveva leggere la nascita di un programma in lingua italiana, a Radio Cairo. Come riporta Il Corriere di Tunisi, nell’articolo del 3 gennaio 1959, dal titolo Emissioni italiane a Radio Cairo, le emittenti radiofoniche egiziane avrebbero mandato in onda ogni sera, dalle 22 alle 22.30, una trasmissione in lingua italiana. L’annuncio, fu accolto con favore dalla numerosa collettività italiana, residente in Egitto, e in tutto il bacino del Mediterraneo Orientale. Esso rivelava, l’interesse di voler accrescere le relazioni, tra Italia ed Egitto, anche attraverso il mezzo radiofonico, ritenuto allora, tra i più moderni, ed efficaci strumenti di avvicinamento tra i Popoli. Al contempo, la RAI premiava, con 4 biglietti di andata e ritorno, per l’Italia, quegli ascoltatori che si fossero distinti, nel contribuire alla diffusione delle sue trasmissioni fra i connazionali, come dal Corriere, nell’articolo Premi della RAI-Tv ,per gli ascoltatori all’estero, del 21 marzo 1959. Il ruolo della radiofonia italiana è di fondamentale importanza, oltre che per la trasmissione della nostra lingua, e della nostra cultura, anche per sensibilizzare il paese, e far comprendere alla collettività italiana le ragioni dei provvedimenti adottati dopo l’indipendenza della Tunisia. Questo appare evidente, nell’articolo dedicato alla RAI. Conversazione Radio sugli italiani in Tunisia, del Consigliere G.W. Maccotta. Giovedì scorso, alle ore 8.45 nel corso del quarto d’ora che il programma nazionale della Radio Roma dedica ai problemi degli italiani all’estero, pubblicato nella stessa data. Secondo Maccotta, l’indipendenza di molti stati dell’Africa e dell’Asia dalle potenze coloniali aveva determinato, importanti mutamenti, nelle condizioni delle collettività europee, anche, di quelle non appartenenti, alle ex potenze Coloniali. Egli affermava: Sono comuni il problema, di natura soprattutto psicologica, dell’inserimento nel nuovo ordinamento politico ed istituzionale della Tunisia, e quello, di natura concreta, della possibilità di continuare a vivere e ad operare tenuto conto del comprensibile desiderio tunisino, di sostituirsi gradualmente agli europei nei posti di lavoro e nelle varie attività economiche che durante il Protettorato erano prevalentemente in mano a questi ultimi. Alla luce di tali intendimenti si spiegavano le misure adottate dal governo tunisino, volte a non autorizzare il lavoro dei tassisti non tunisini, misure che avevano colpito direttamente, o indirettamente, 400 nuclei familiari italiani. La situazione si faceva sempre più preoccupante, nella considerazione che il governo tunisino, aveva preannunciato un piano programmatico di riscatto delle terre appartenenti agli europei, provvedimento che, se attuato, avrebbe colpito oltre 2.000 famiglie di italiani dediti all’agricoltura. Nessuno degli italiani di Tunisia ha abbandonato o abbandona volentieri quella terra, accogliente ed ospitale per la sua natura ed il carattere della popolazione: ma l’Esodo, è determinato, da circostanze obbiettive. Il Corriere, diede particolare risalto alla tematica dei programmi RAI, trasmessi in Tunisia. Il 3 settembre 1960, nell’articolo, "Televisione: Successo Completo", si osservava con soddisfazione che grazie al trasmettitore, di Bou Kornine, recentemente installato dalla RAI, fosse ora possibile seguire i programmi della televisione italiana. Il numero dei Televisori a Tunisi aumenta quotidianamente e sta rapidamente raggiungendo le Trecento Unità.!!! Ma la vera svolta, fu segnata dalla decisione di Radio Tunisi, di diffondere, nell’ambito della sua programmazione, una trasmissione interamente dedicata all’Italia in lingua italiana. Il Corriere registrò l’evento con un’intervista esclusiva al direttore del palinsesto internazionale di Radio Tunisi. Il 5 gennaio del 1963 Il Corriere scrive, dal 1 Gennaio un’ ora di Programmi italiani a Radio Tunisi. Un’intervista esclusiva del Corriere con i promotori dell’interessante iniziativa. Secondo l’articolo, la RadioTelevisione Tunisina, riservando un’ora delle sue trasmissioni alla lingua italiana, nel quadro del suo programma internazionale, segnava una data importante, per le relazioni Italo Tunisine. L’idea di un programma internazionale a Radio Tunisi, ci ha dichiarato il Sig. Hassen Abbàs, direttore dello stesso programma, è nata durante i dolorosi fatti di Biserta. La RadioTelevisione Tunisina, ha sentito il bisogno di comunicare le sue idee, i suoi bisogni al mondo intero senza dovere per questo servirsi unicamente della lingua francese. Da quel giorno, il programma in lingua francese di Radio Tunisi, divenne internazionale. Ma internazionale soltanto di nome poiché, lentamente ma certamente, alla ripresa delle relazioni Franco-Tunisine, il programma ritornò al suo aspetto iniziale. Ed ancora. Ho sùbito pensato, che il primo passo, verso l’internazionalizzazione dei programmi si sarebbe dovuto compiere in favore delle collettività straniere residenti a Tunisi. Gli eccellenti rapporti esistenti fra, Italia e Tunisia da secoli, sono stati recentemente rinforzati dallo scambio di visite, dei capi di stato dei due Paesi. È importante rilevare, come ci dice, Salwa Sayir, attuale conduttrice del programma, che l’italiano, è una lingua molto conosciuta in Tunisia, anche grazie alla televisione, sia pubblica, che commerciale italiana, che nel Paese, è molto diffusa, ed apprezzata. La giornalista afferma pure l’originalità del mio programma, sta nel fatto che esso, non ha mai tradito, le ragioni per le quali è venuto ad essere. Si tratta, infatti, di una finestra aperta sul Mediterraneo che rinsalda attraverso la musica, le parole, le interviste ai tanti ospiti, le relazioni da sempre strette tra questi due nostri paesi. Il primo direttore del Programma Italiano di Radio Tunisi fu Marcello Ettore. Egli raccontò al Corriere, del grande successo, della diffusione della musica italiana, presso i radioascoltatori non solo di Tunisia, ma di tutto il bacino del Mediterraneo. Egli affermava: la reazione del pubblico è stata ottima. Abbiamo ricevuto lettere da tutto il bacino mediterraneo che esprimevano il profondo apprezzamento per l’iniziativa. Il programma si articolava in una prima parte, riservata alle tematiche locali, (attualità, donna, turismo,e ragazzi), un approfondimento culturale, e lo sport !!! Nell’ambito dell’appuntamento giornaliero, era previsto pure un Notiziario sui principali fatti internazionali e della penisola. Mentre la collaborazione con la RAI - Tv si limitava all’invio, da parte di questa, di programmi per lo più culturali. A questi era riservata l’ultima parte della trasmissione. Il tutto è inframmezzato da Canzoni Italiane, per tutti i gusti e da brani Lirici !!! Il Corriere augurava, la piena riuscita di questa ottima impresa, e concludiamo con il ricordo ai radio ascoltatori, che questi programmi, sono destinati a loro, e devono quindi essere impostati, come meglio li aggràda. Che essi, non esitino a scrivere, per dimostrare la loro solidarietà, per eventuali critiche ed apprezzamenti. Questa breve trattazione, sulla programmazione in lingua italiana nel Mediterraneo, nelle pagine de Il Corriere di Tunisi, prosegue per tutto il decennio, con notizie che riportano curiosità, ed informazioni. Ad esempio, l’articolo del 22 agosto 1964, dal titolo Un’interessante inchiesta della T.V. Antenne nel Mediterraneo. Dal Marocco a Malta via Tunisia e Libia. Una intervista al tecnico Mozzanti, registra un pezzo del Radiocorriere relativo all’inchiesta sui paesi del Mediterraneo che càptano la televisione italiana o che con essa collaborano. Ancora in Tunisia non esisteva la televisione locale, tuttavia la diffusione dei programmi italiani, era grande. Unitamente alla radio, la televisione, era ritenuta fondamentale, come strumento di diffusione della realtà italiana, e della sua lingua.

AUDIO

Origini del Corriere di Tunisi e la Collettività Italiana

 

 

 

PER NON DIMENTICARE GLI ACCADIMENTI

 

Da Privilegiati, a Nemici della Francia: la Condizione degli Ebrei Italiani, in Tunisia, tra la Seconda Guerra Mondiale e la Fine del Protettorato !!!

La dichiarazione, della Seconda Guerra Mondiale, e l’ingresso dell’Italia, a fianco della Germania Nazista, contro le Forze Franco Britanniche, il 10 giugno 1940, fece precipitare la situazione nel paese. Tutti gli Italiani furono ridotti al rango di Nemici agli occhi della Reggenza. Tuttavia, il 25 giugno del 1940, in seguito all’occupazione della Francia, da parte delle armate Naziste, il governo di Parigi, fu costretto alla resa obbligata. In tal modo, fu instaurato un governo filo tedesco, la repubblica di Vichy, mentre gruppi di partigiani, guidati da De Gaulle continuarono la guerra contro le forze dell’Asse. La Tunisia, fu sottoposta alla giurisdizione legale, del governo di Vichy. Di fondamentale importanza per la storia della nostra Comunità, fu l’Estensione delle Leggi Razziali, sul Territorio Tunisino. Infatti, alla fine del 1940, dei decreti beylicali, applicarono alla Tunisia tutte le disposizioni proprie, dello Statut, des Jùifs, affermando la discriminazione legale dei cittadini di origine ebraica. Questi, a prescindere dalla loro nazionalità, furono esclusi dalle funzioni pubbliche, fu loro interdetto l’esercizio di certe professioni, mentre le loro imprese furono confiscate e poste sotto amministrazioni provvisorie. Il Governo Italiano, considerò con particolare apprensione tali disposizioni, in quanto, colpendo anche gli Ebrei Italiani, riducevano drasticamente, il potere della parte più dinamica, della nostra Colonia. Le leggi razziali, divenivano l’occasione e lo strumento, per mezzo del quale la Francia riusciva finalmente ad eliminare, il Péril Italien !!! Le autorità fasciste conoscevano il Patriottismo del quale gli Ebrei Italiani, avevano dato prova in passato. Alcuni di loro, avevano aderito al Regime, prendendone le distanze solo in seguito all’adozione, delle Leggi Razziali. Per questo, il Governo Italiano, ritenne possibile, riallacciare i rapporti con i membri, della Comunità Ebraica. Questi ultimi godevano di una certa autorità all’interno della Colonia Italiana, che andava ben oltre, la loro proporzione numerica. Essi costituivano la Classe Dirigente della Comunità, le loro Proprietà erano oltre il cinquanta per cento dei Beni degli Italiani di Tunisia. Così, il sostegno di questa sia pur piccola comunità, poteva essere di reale aiuto, agli interessi Economici e Politici Italiani, a parte il fatto, di per sè notevole, che, dal punto di vista numerico, questi Ebrei costituivano un elemento di Equilibrio tra le due maggiori Colonie Europee.!!! In tal modo, il Governo Italiano, intervenne presso le Autorità Francesi, affinché le Leggi Razziali, fossero applicate in Tunisia, con Flessibilità.!!! Tale orientamento indirettamente, contribuì a tutelare, anche gli Altri Ebrei, poiché, a motivo dell’intervento italiano, le disposizioni più vessatorie, non furono applicate nel Paese.!! Per questo, possiamo sostenere che, fino allo sbarco dell’esercito dell’Asse, gli Ebrei di Tunisi, godettero di condizioni, migliori dei loro Fratelli, che risiedevano nelle zone, sotto l’amministrazione di Vichy, sia in Francia, sia nel Nord Africa. La situazione mutò drasticamente, in seguito all’occupazione della Tunisia, da parte delle forze tedesche. Infatti, minacciando di fucilare i notabili, che avevano preso in ostaggio, al minimo segno di insurrezione, il comando tedesco costrinse la comunità Israelita di Tunisi, a fornire 3.000 Uomini Validi, che furono impiegati per i lavori di trasporto di terra, e furono internati, in Campi di Lavoro,mentre si verificarono numerosi Rastrellamenti, di Popolazione Israelita, inviata nei Campi di Concentramento Europei. Le Autorità Italiane, intervennero Energicamente, al fine di Difendere i Connazionali Ebrei. D’altra parte, il governo tedesco, manifestò una certa disponibilità, ad accogliere le Rimostranze Italiane, in modo da non causare frizioni con l’alleato.!!! Così, fino alla liberazione, gli ebrei italiani ebbero un trattamento preferenziale rispetto al resto della comunità ebraica locale. Essi non vennero reclutati per il lavoro obbligatorio, non furono internati nei campi e non patirono molte delle umiliazioni alle quali furono soggetti gli altri israeliti. Questo, se garantì ai Livornesi una migliore condizione, contribuì ad isolarli ulteriormente dal resto della comunità ebraica che mal tollerava questa ulteriore discriminazione. La sconfitta dell’Asse e l’ingresso delle truppe angloamericane a Tunisi, il 7 maggio 1943, ebbe importanti conseguenze per gli italiani di Tunisia. Da questo momento in poi essi furono considerati come membri di una nazione contro la quale la Francia era in guerra. Tutti gli uomini validi furono internati nei campi o destinati ai lavori pesanti di interesse pubblico, i loro beni, le loro proprietà, i negozi, i magazzini, le case furono oggetto di requisizione. Furono, inoltre, aperti i Campi di Concentramento di Sawaf e Gafsa per gli Uomini e di Gamart per le Donne. A tali misure temporanee se ne doveva aggiungere un’altra di portata più grande. Per un’ordinanza, in data 22 giugno 1944, avente effetto Retroattivo, dal 10 giugno 1940, il Governo Francese, affermava la Fine delle Convenzioni, Franco-Italiane, del 28 settembre 1896. Così, gli Italiani di Tunisia, perdevano il loro Status speciale, e venivano sottoposti, al diritto comune. Inoltre, la legge del dicembre 1923, che attribuiva la Cittadinanza Francese, a tutti gli Europei, nati in Tunisia, da un genitore nato a sua volta, in tale paese, fu estesa agli Italiani. In tal modo, tutti i Bambini, nati in Tunisia dopo questa data, da Genitori Italiani, venivano censiti come Francesi. Nel 1944, vi furono Deportazioni, Espropriazioni, la Chiusura delle Scuole, l’Interdizione di pubblicare Giornali, in Lingua Italiana, e infine l’espulsione di numerose famiglie. A questo si aggiunsero, l’Esclusione dall’Esercizio di Numerose Professioni, e l’Interdizione della Pesca, nelle vicinanze della costa, Tunisina. La mutata situazione determinò l’Esodo, di un gran numero di Italiani.!!! Le Vessazioni, questa volta, colpirono anche gli Italiani, di Origine Israelita, che fino a quel momento, avevano beneficiato, di un trattamento di favore. La liberazione della Tunisia, inoltre determinò, un ulteriore Peggioramento, della condizione degli Ebrei Italiani, Discriminati ora , per la loro Italianità, e per le loro posizioni di privilegio. Al contrario, per gli altri cittadini di Origine Ebraica, la ritirata dell’esercito tedesco rappresentò la fine, di un’esperienza Tragica, ed Avvilente. Furono abolite, le discriminazioni razziali, statuite dal nazismo, contro i cittadini, di Origine Israelita, fu eliminato il lavoro obbligatorio e gli Ebrei rientrarono in possesso dei beni confiscati durante la guerra. Nel 1946, erano presenti nel paese, circa 70.000 Ebrei Tunisini, senza considerare i 25.000 Israeliti, di origine Francese o Italiana. La Comunità Ebraica di Tunisi, fu riorganizzata con un decreto, del 13 marzo 1947, mentre l’iniziativa di numerosi organismi locali, si attivò per risarcire, le Vittime dei Nazisti.!!! Dal 1945 iniziò, inoltre, anche dalla Tunisia un continuo Esodo di coloni Ebrei verso la Palestina, esodo che si intensificò dopo la formazione dello Stato d’Israele. Tra il 1948 e il 1955, circa 25.000 ebrei, si recarono nel nuovo stato. Protagonisti di tale flusso furono prevalentemente gli esponenti più tradizionalisti ed integralisti della comunità, mentre quelli più occidentalizzati, si diressero in Francia. D’altra parte, nel dopoguerra si verificò un profondo mutamento della struttura demografica del paese. Se confrontiamo i dati relativi alla popolazione, italiana e francese, nel periodo della seconda guerra mondiale, e quello immediatamente successivo, fino al conseguimento dell’indipendenza da parte della Tunisia, notiamo che essi mostrano un’evoluzione inversa. Infatti, la popolazione francese aumentò considerevolmente, raddoppiando di importanza in venti anni e divenendo, nell’insieme Tunisino, la Colonia Europea Più Numerosa. !!! Indubbiamente, in tale crescita, giocò un ruolo di primaria importanza, l’Acquisizione della Nazionalità Francese, da parte di numerosi elementi della popolazione Europea, già stabilitisi nel paese, sia a titolo collettivo, che a titolo individuale. Al contrario, mentre gli effettivi della popolazione Francese, conoscevano una progressione spettacolare, quelli della popolazione Italiana, subivano dal 1936 al 1956, una riduzione continua.
Le ragioni di tale diminuzione, sono ben chiare. In primo luogo, all’indomani della liberazione del paese, dalle truppe dell’Asse, le Autorità Francesi, procedettero all’espulsione di un certo numero di italiani, considerati, come Nemici della Francia. Il provvedimento riguardò agenti fascisti, insegnanti, giornalisti, medici, avvocati, farmacisti, ed anche, il personale di diverse Istituzioni Italiane. Gli espulsi, ammontarono, a circa 1.200. Aggiungendovi i membri delle loro famiglie, che ne condivisero le sorti, il provvedimento interessò, tra le 4 e le 5.000 persone. Inoltre, la Naturalizzazione Forzata, e quella prodotta, dal desiderio di molti Italiani, di vivere in Tunisia, godendo degli stessi vantaggi dei Francesi, indebolirono ulteriormente la collettività. Diminuendo il numero degli effettivi, della Colonia Italiana, diminuiva anche il suo Ruolo Economico.!!! Possiamo affermare che, con la fine della Guerra, la vittoria degli alleati, la caduta del fascismo, la Comunità Italiana, entrò in una nuova fase. Ridotta nel 1946, a circa 85.000 componenti, secondo l’Ultimo Censimento Ufficiale, Prostrata, Privata delle Sue Istituzioni, Ridotta al Silenzio, per il Divieto di Divulgare Giornali, in Lingua Italiana, essa fu Costretta, a Ridefinirsi dal punto di vista Politico, Economico e Culturale !!!

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Ebrei Italiani in Tunisia

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