CATENA D'AMORE - INNO ALLE DONNE
letto e interpretato da Patrizia Prodan - Musica Gilberto Quattrocchio (free download mp3)
CURIOSITA'
RITRATTO DEL PIU' ANTICO QUATTROCCHI CONOSCIUTO RIPORTATO NELLA SAGA B.C.
Dizionario dei simboli cristiani
- pagina 253
di Edouard Urech, Paolo Piazzesi, Franca Fiorentino Piazzesi - 1995
Agli inizi del XIII secolo, viene istituita la festa della Trinità. Le tre Persone del dogma vengono raffigurate perfettamente identiche, sedute nella stessa posizione, che alzano la mano nello stesso modo, in segno d'autorità e che reggono tutti e tre il globo del mondo sormontato dalla croce. In questo periodo in alcune chiese ortodosse compaiono tre volti identici, ma talmente ravvicinati che pur avendo una fronte, un naso, una bocca e una barba ciascuno, hanno però soltanto quattro occhi in tre, eppure sembra che ognuno di loro abia i suoi due occhi. E' un modo ingegnoso di esprimere graficamente l'unità e le diversità divine contenute nel dogma della Trinità.
www.monaci-benedettini-seregno.com
Mentre l'icona della Sapienza conserva ancora chiare radici biblico-liturgiche, ben diversa è la struttura compositiva dell'icona denominata "L'occhio di Dio che tutto vede": esso si presenta come puro schema astratto, svuotato della presenza del suo prototipo. La struttura geometrica dellicona (cerchi che si intersecano costruendo una forma quasi floreale) richiama quella della Madre di Dio del Roveto ardente. Il soggetto centrale richiama la profezia di Isaia 7,14(la Vergine che concepisce l'Emmanuele): in tre Cerchi concentrici sono raffigurati, rispettivamente, l'Emmanuele, un volto con quattro occhi, la Vergine. Al di sopra vi è un cerchio in cui si trova la figura di Dio Padre, mentre nei cerchi che scaturiscono dai raggi dellEmmanuele, sono rappresentati i simboli degli Evangelisti. L'idea centrale che l'icona vuole comunicare quella della onniveggenza di Dio; il gioco dei cerchi, simbolo di unità, è un chiaro richiamo cosmico. La centralità di Cristo, inserito in un sole infuocato con molti occhi, lo presenta come rivelazione della Sapienza di Dio che tutto vede e nel quale è contenuto il senso della creazione intera.
LA LEGGENDA DI SANTA BARBARA
Comune di Dambel (prov. Trento)
Il prezioso ritrovamento - Durante i lavori di restauro dellottobre 2004 sul lato delledificio, che guarda il cimitero, è stato rinvenuto un affresco del 400. Esso abbelliva la facciata del corpo quadrato dellantica costruzione, che sorgeva in questo luogo da tempo immemorabile. Nella metà del 500, un nuovo muro venne eretto per ampliare il luogo di culto, e poiché non venne ammorsato a quello preesistente, ma solamente appoggiato, laffresco è giunto a noi abbastanza integro e ben conservato. La figura rappresentata è una trinità a tre volti, uniti tra di loro, con tre nasi, tre bocche e quattro occhi: quello centrale è Dio, alla sua destra gesù, a sinistra lo Spirito Santo. La mano destra è alzata, in segno di benedizione; alla sua sinistra si può vedere un libro aperto con scritte alcune parole del Padre Nostro. In alto si può leggere: Jhavannes de Leoncellis e la data 1747.
URBANO VIII - DECRETO 11 AGOSTO 1628
ABOLIZIONE DELLE 3 FACCE E DEI 4 OCCHI DAL SIMBOLO TRINITARIO
Libro Patrologiae cursus completus: a cura di Jacques-Paul Migne
...Quindi scrìvendo S. Agostino cnm tres visi snr,t, nec quisquam in eis vel forma vel aetate major caeteris dictus est, cur non hic accipiamus visibiliter insinuatavi per creaturam visìbilem Trinitatis aequalitatem atque in tribns personis unarn eandemque substantiam , è assai probabile che gli artefici, colla scorta di tale opinione stimassero di rottamente esprimere la Santissima Trinità col simbolo di tre figure umane affatto uguali in ogni lor parte. Né solamente questo simbolo fu reputato da essi addicevole , ma usarmi anche di esprìmerla con tre .sole teste insieme unite, che vedute di faccia furono di poi qualificate da S. Antonino monstrum in rerum natura, condannate dal Concilio di Trento, e dal Pontefice Urbano VIII., il quale con decreto 1 1 Agosto 1628 ordinò: omnes imagines Sanctissimam Triadem uno carpare repraesentantes tribus faciebus et quatuor oculis in ignem comburi . Quanto alle tre figure intere, comecché tal fiata usate nella Chiesa greca e nella latina, ed abbian anche trovato alcuni fautori, nulladimeno esse pure vennero onninamente dismesse, essendosi quasi dapertutto costumato di esprimere la Trinità nel modo praticato attualmente, che è quello suggerito dal Cardinal Federico Borromeo nella bellì opera De pictura sacra, ben degna d' esser letta e studiata da chiunque professa l'arti che dipendono dal disegno .Questo esimio Porporato, giusta le norme prescritte dal sacro Tridentino Concilio ingiugne di rappresentare le tre persone divine in quelle apparenze sensibili nelle quali si sono manifestate all'uomo.
PIAZZA SCALA
Una delle espressioni artistiche della
Trinità, diffusasi con l'arte gotica, fu costituita:
1 - da tre teste separate - quella di mezzo frontale, le altre di profilo -
che escono da un unico tronco: "Dio Tricefalo",
oppure:
2 - da un'unica testa che fonde in sé le tre persone trinitarie ed ha,
di conseguenza, tre nasi, tre bocche e quattro
occhi: "Dio Trifronte".
In entrambi i casi la figura risulta racchiusa nel nimbo. La lontana origine
a carattere mitologico, forse di provenienza orientale, contribuì ad
assicurare a questa rappresentazione iconografica una certa diffusione soprattutto
nell'arte popolare che vi individuò funzioni didattico/ornamentali: l'infatuazione
per questa figura era attribuibile alla fusione tra l'illustrazione del dogma
e il gusto artistico nelle sue forme fantastiche.
La rappresentazione della Trinità
era permessa dalla Chiesa. Bisognava tuttavia operare delle scelte: scelte che
divennero ancor più necessarie in epoca di controriforma protestante
allorché il Dio Tricefalo/Trifronte
venne ironicamente assimilato dai detrattori della Chiesa Romana ad un pagano
"Cerbero Cattolico". Non si
potevano più tollerare moltiplicazioni di immagini audaci concepite artisticamente
senza alcun criterio selettivo. Già nel XV secolo Sant'Antonino da Firenze
(1389-1459), nella sua "Summa Theologica",
aveva denunciato come "mostro nella realtà"
- non di certo conveniente per rappresentare Dio - "quella tal immagine
della Trinità in forma di uomo
a tre teste: quod monstrum est in natura rerum". L'11 agosto 1628 Papa
Urbano VIII organizzava un rogo esemplare allo scopo di bruciare tutte
le immagini in suo possesso del "Cerbero",
che dichiarava eretico.
Visita ai "Cerberi" presenti in Italia
Nonostante il divieto pontificio, che evidentemente
non poteva avere effetto retroattivo, alcune delle produzioni artistiche oggetto
di condanna non vennero eliminate bensì tramandate sino ai nostri giorni:
curiose testimonianze di come l'uomo abbia sentito il bisogno di tradurre in
immagini elementari anche il mistero della Trinità.
Delle poche rappresentazioni iconografiche Tricefale
o Trifronti tuttora rimaste, ci siamo
visitati a visitare le seguenti:
1. VIGNOLA (Modena) - CAPPELLA DELLA ROCCA - Affresco quattrocentesco del cosiddetto
"maestro di Vignola".
2. SACCO (Cosio Valtellino, Sondrio) - CAMERA PICTA - Affresco del 1464 posto
alla sommità dell'ingresso di un'antica casa del paese, detta "Camera
Pietà", interamente affrescata al suo interno, poi adibito a fienile.
L'opera è attribuibile a un componente della scuola dei Baschenis
di Averara (Bergamo), per generazioni famiglia di artisti vaganti.
3. FIRENZE - REFETTORIO DELL'ABBAZIA DI SAN SALVI - Significativo particolare
di un celebre affresco (1519) di Andrea del Sarto,
raffigurante l'ultima cena.
4. FIRENZE - PALAZZO VECCHIO: CAPPELLA DI ELEONORA DI TOLEDO - Interessante
"cerbero" al centro del soffitto della Cappella affrescata dal Bronzino
intorno al 1550.
5. FIRENZE - CHIESA DI ORSANMICHELE (O SAN MICHELE IN ORTO) E MUSEO DELLA BASILICA
DI SANTA CROCE - Dio Tricefalo scolpito
alla sommità del tabernacolo (già di San Ludovico, oggi ospitante
un San Tommaso del Verrocchio) opera di Donatello
e Michelozzo (prima metà del quattrocento)
sull'esterno della Chiesa di Orsanmichele. Un calco del tabernacolo di San Ludovico
si trova sullo sfondo della statua originaria del santo trasferita presso il
museo della Basilica di Santa Croce.
6. FIRENZE - CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ" - Al centro del paliotto
dell'altare maggiore, "cerbero tricefalo", realizzato nel 1448, attribuito
ad Agostino di Duccio.
7. FIRENZE - MUSEO DI SAN MARCO (O DELL'ANGELICO) - SALA DEI LAVABO - Alla sommità
della pala d'altare del 1510, con la sola preparazione a chiaroscuro (quindi
forse da ritenere incompiuta), opera di Baccio
della Porta, meglio noto come Fra Bartolomeo,
raffigurante la Glorificazione della Vergine (Madonna con Sant'Anna ed altri
Santi). Si tratta dell'unico esempio "Trifronte"
(rispetto ai precedenti, tutti "Tricefali",
individuati in Italia).
8. CHIESETTA DI LAVIN (Bassa Engadina - Svizzera) Nel soffitto, imponente "Cerbero
Trifronte".
L'ICONOGRAFIA DIVINA AL FEMMINILE
E LA DONNA MISTICA
di PAOLA RESTANI
Colui che è stato creato a immagine di Dio
possiede una totale somiglianza col suo modello
San Gregorio di Nissa
Liconografia divina al femminile trova la sua ragione
dessere nel fatto che la rappresentazione della SS.
Trinità con sembianze Femminili rimanda al profondo significato
di Dio inteso come madre, Dio legato alla creazione e, dunque, inscindibile
dal ruolo della donna incarnato mirabilmente dalla Madonna, madre del Cristo
e fulcro dellevento della salvazione dellintera umanità.
Questa tematica vuole cercare di suggerire delle riflessioni tra liconografia divina al femminile, lo spirito che lha animata, la dignità della donna e la perfezione della stessa in relazione alla mistica. Liconografia divina al femminile trova la sua ragione dessere nel fatto che la rappresentazione della SS. Trinità con sembianze Femminili rimanda al profondo significato di Dio inteso come madre, Dio legato alla creazione e, dunque, inscindibile dal ruolo della donna incarnato mirabilmente dalla Madonna, madre del Cristo e fulcro dellevento della salvazione dellintera umanità. La dignità della donna consiste nellelevazione soprannaturale allunione con Dio in Cristo Gesù ed ella rappresenta larchetipo di tutto il genere umano: simboleggia lumanità che appartiene a tutti gli esseri umani, sia uomini che donne, mentre daltra parte la nascita di Cristo mette in rilievo una forma di unione con Dio che può appartenere solo alla donna: lunione tra madre e figlio . Anche la via mistica ci porta al Dio inteso come madre. La maternità è simbolo dellimmedesimazione, fonde il corpo con il corpo; per la donna mistica dare a Dio il nome di madre significa realizzare una unione di natura vietata alluomo. La forza morale e spirituale della donna, di cui le mistiche sono un mirabile esempio, si uniscono con la consapevolezza che Dio affida alla donna in un modo speciale luomo, cioè lessere umano, in virtù proprio della sua femminilità. In questo modo la donna perfetta diventa un insostituibile sostegno e una fonte di forza spirituale per gli altri che percepiscono le grandi energie del suo spirito . Per cercare di spiegare tale tematica abbiamo scelto uno dei più importanti affreschi divini al femminile: si tratta dellaffresco situato sul lato sinistro del portale dingresso dellAbbazia di S. Pietro in Perugia, è uno dei pochi in tutto il mondo che rappresenta Dio, Uno e Trino con volto di donna ed è un emblematico esempio dello spirito che anima la rara ed insolita iconografia. Bisogna precisare che esistono pochissime opere ritraenti Dio con sembianze femminili ed anche pochi studi sono stati fatti a tale proposito. Da sempre rappresentare Dio al femminile è stato il compito più audace: Bonifacio VIII emise perfino un decreto che vietava la rappresentazione di Dio Uno e Trino, quindi per intenderci con Tre Teste, si poteva solo rappresentarLo con un cerchio, un occhio, un triangolo, figuriamoci poi con sembianze femminili. La gerarchia ecclesiastica, adattata al concetto di uomo, ha teso attraverso i secoli ad emarginare il ruolo della donna nonostante lo stesso Gesù affidi alle donne compiti fondamentali e discuta con loro dei più profondi misteri di Dio. Uno tra gli esempi più significativi è quello della Samaritana con la quale Gesù discute presso il pozzo di Sichem del dono infinito dellamore di Dio e le rivela di essere il Messia. Possiamo facilmente immaginare lo scalpore provocato dallaffresco in questione, databile agli inizi del 1300 ed attribuito alla scuola di Giotto; anzi tracce di tratti bizantini addolciti, in particolare ci riferiamo a quelli dei volti e limpiego di colori delicati e chiari, tendono ad attribuire laffresco alla scuola di Duccio di Boninsegna (1318) o almeno a pittori locali che si ispirarono a quella scuola . Laffresco raffigura la SS. Trinità con tratti Femminili, soggetto che nel tempo si farà sempre più raro fino allultimo divieto emanato nel 1745 da Benedetto XIV di rappresentare tale sublime mistero. La figura tricefala, seduta maestosamente in trono, emana quella tipica espressione di grazia contenuta, comune alla pittura senese. Anche langelo a destra si presenta ritto e statico nella sua aristocratica bellezza; non sfugga laustera semplicità del panneggio e lassenza nel trono di quel meticoloso cesellamento così gradito alla pittura bizantina. Tutti questi elementi donano allaffresco un valore non indifferente, soprattutto perché esso rappresenta una delle pochissime opere di transizione dalla pittura bizantina a quella umbra. Nel 1614 venne eretto un muro per coprire laffresco e soltanto nel 1979, grazie alla felice intuizione del monaco benedettino Don Pietro Inama, si procedette allabbattimento del muro ed a riportare alla luce lopera. Tale intuizione venne sostenuta dallaffresco del Bonfigli datato 1469, ubicato nella Cappella del Palazzo dei Priori di Perugia ed intitolato alla Deposizione di S. Ercolano avvenuta nel 547. In tale opera si raffigura il trasporto della salma del Santo dalla chiesa di S. Ercolano alla Abbazia di S. Pietro. Questultima viene descritta in dettaglio e nella facciata è possibile scorgere segni dellesistenza dellaffresco in oggetto. Non esiste una documentazione riguardante lopera poiché parlarne era considerato blasfemo. Attraverso lesempio di tale affresco si vuole mettere in luce lo spirito che ha animato non soltanto lopera in questione, ma soprattutto liconografia divina al femminile. Due sono i principali motivi ispiratori di tale iconografia: la creazione e lumanità. La creazione. Dio materno, legato alla creazione, Dio che crea dal nulla, che interviene allatto di generazione tra lo sposo e la sposa. Tale immagine è da collegarsi alla immagine della Madonna, infatti la creatività di Dio è da collegarsi alla maternità della donna. Dio non può essere solo Padre, il generare per gli esseri umani rimanda sia alluomo che alla donna. Giovanni Paolo I nel 1978 durante LAngelus Domini (Domenica 10 settembre) sottolinea che Dio è padre, ma più ancora è madre e come quando i figli che sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma, così quando noi uomini siamo malati di cattiveria, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore. Bisogna riflettere sul ruolo eccezionale affidato da Dio alla donna. Partiamo dalle parole di S. Paolo nella lettera ai Galati (4,4) venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna. Il Figlio, Verbo consostanziale al Padre, nasce come uomo da una donna. Questo avvenimento conduce al punto chiave della storia delluomo sulla terra, intesa come storia della salvezza. È significativo che S. Paolo non chiami la Madre di Cristo con il nome proprio di Maria, ma la definisca donna; ciò stabilisce una concordanza con le parole del Protovangelo nel Libro della Genesi (cf. 3,15) dove viene sottolineato il ruolo fondamentale della donna nellevento centrale salvifico: tale evento si realizza in lei e per mezzo di lei (nota 4). Mentre Eva, come madre di tutti i viventi è testimone del principio biblico in cui sono contenute la verità sulla creazione delluomo ad immagine e somiglianza di Dio e la verità sul peccato originale, Maria è testimone del nuovo principio e della creatura nuova, anzi ella è la prima redenta nella storia della salvezza, è creatura nuova, è la piena di grazia. Linvio del Figlio costituisce il punto culminante dellautorivelazione di Dio al genere umano, questa autorivelazione possiede un carattere salvifico e la donna si trova al cuore dellevento salvifico. La dignità della donna consiste nellelevazione soprannaturale allunione con Dio in Cristo Gesù, la donna rappresenta larchetipo di tutto il genere umano: rappresenta lumanità che appartiene a tutti gli esseri umani. In diversi passi della Bibbia troviamo dei paragoni che attribuiscono a Dio qualità maschili oppure femminili. Per esempio il profeta Isaia (66,13): Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Anche nei Salmi, Dio viene paragonato ad una madre premurosa e in diversi passi lamore di Dio è presentato a somiglianza di quello di una madre. Aggiungiamo, inoltre, che anche la via mistica ci porta al Dio inteso come madre. La maternità è simbolo dellimmedesimazione, fonde il corpo con il corpo, per la donna mistica dare a Dio il nome di madre significa realizzare una unione di natura vietata alluomo. Il binomio donna-pace, sempre attuale , rimanda allidentità profonda della donna. La donna è colei che riceve amore per amare a sua volta, non intendendo solo o innanzi tutto lo specifico rapporto sponsale legato al matrimonio, ma rimandando a qualcosa di più universale, senza tempo, fondato sul fatto stesso di essere donna nelle relazioni interpersonali che nei modi più diversi strutturano la convivenza e la collaborazione tra le persone. Il legame Donna/Madre-Dio/Trinità rimanda al fondamento della donna, alla sua vocazione ed alla sua dignità, perchè nel Dio/Trinità cè il donare e laccogliere, il ricevere e loffrire, cioè lessenza della tenerezza materna. La donna di oggi tenta di affrancarsi dallingerenza delluomo, ma nel farlo non può rischiare di perdere la sua originalità femminile che costituisce la sua essenziale ricchezza. Luomo guerriero e tecnico, secondo Nikolaj Berdjaev, disumanizza il mondo, mentre la donna, orante, lo umanizza nelle sue qualità di madre, inoltre sostiene il filosofo russo, la donna è predestinata, dopo il fiat della Vergine, a dire no, ad arrestare luomo ai bordi dellabisso, a mostrargli la sua vera vocazione. A tale proposito nellantica Grecia si soleva dire che la guerra è il padre di tutte le cose, al contrario, larmonia è la madre di ogni cosa. La donna è armonia, di comunione, di pace, di unità. Questa missione della donna nei confronti della civiltà necessita di una più efficace sintesi fra le valenze della personalità femminile, ad esempio la valenza della affettività e della maternità, quella personale e domestica, sociale, la dimensione umana e soprannaturale. La donna ha come caratteristica originaria lapertura alla percezione del sovrasensibile e, come sostiene Bachofen, lelemento misterico costituisce la vera essenza di ogni religione e la donna ha coltivato tale elemento con straordinaria predilezione, poiché in modo naturale in lei è presente la inclinazione ad unire il sensibile al sovrasensibile. Bachofen richiama Pitagora nel sottolineare la particolare attitudine della donna . Nella esperienza cristiana non mancano donne mistiche, ispiratrici e profetiche come Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Teresa DAvila, Rita da Cascia, Chiara dAssisi, Giovanna dArco. Lultimo spunto di riflessione che questa introduzione alliconografia divina al femminile vuol suggerire, è recuperare la valenza della rappresentazione figurativa che non può far conoscere Dio che è infinito, ma può stimolare, accendere, infiammare il desiderio della conoscenza di Dio. La rappresentazione manifesta il visibile dellinvisibile e al tempo stesso è fonte di comunicazione che esprime contemporaneamente la presenza e lassenza di Dio. I Padri della Chiesa vedono il ruolo pedagogico delliconografia, la quale, accanto alla parola, ha il compito di trasmettere al popolo cristiano le verità dogmatiche attraverso larte. La fede che anima le rappresentazioni figurative supera i secoli poiché è pregna del soprannaturale, è il segno luminoso che manifesta il mistero di Dio. Vi è un legame tra immagine-parola/liturgia come manifestazione della bellezza e della creazione. La parola è anche essa immagine, limmagine è anchessa parola. Limmagine di Dio è rappresentata nelle sembianze della Trinità poiché se in Gesù si può vedere limmagine vivente del Padre, è perché lo Spirito Santo stesso rivela e manifesta Cristo e, in lui, la perfetta immagine del Padre e la sua unione con lui. Dio in sé trascende ogni immagine, viene rappresentata la natura umana e divina unite senza mescolanza in Gesù. Il cammino della conoscenza di Dio va dunque dallo Spirito che è uno, attraverso il Figlio che è uno, fino al Padre che è uno . Il simbolismo dellimmagine non abolisce la distanza tra luomo e Dio, ma ci permette di contemplare e gustare la bellezza di Dio, lesserne rapiti attraverso una rappresentazione è una esigenza dello spirito e guardarla vuol dire scoprire lamore di Dio per lumanità. Lesperienza del linguaggio simbolico manifesta il desiderio delluomo di toccare e vedere il Signore e di riconoscere la distanza tra umano e divino attraverso la contemplazione. Luomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, aspira incessantemente a contemplare il modello divino che porta in sé, secondo le parole stesse di San Gregorio di Nissa: lamante che arde del desiderio della bellezza, ricevendo continuamente ciò che gli appare come una immagine di ciò che desidera, aspira a saziarsi della figura dello stesso archetipo
© copyright Associazione Centro Culturale Leone XIII, Perugia 2004
Al Centro : Uno e Trino, Scuola di Leonardo da Brescia, Cristo Triforme 1542 circa, Vigo di Fassa (Trento) Chiesa di Santa Giuliana
A Sinistra : Trinita Fridolin Leiber Holy Trinity - A Destra : Trinita Etiopia Gondar Monastary
Uno e Trino : Tra le sfide più alte affrontate dallarte occidentale, nella sua strettissima connessione con liconografia religiosa, spicca quella di offrire una rappresentazione, percepibile e chiaramente intelligibile, della sintesi prima e ultima del credo cristiano: la Trinità divina: Sin dalle origini, rappresentare fenomenicamente il mistero fondamentale della Fede implicava il dover distinguere, senza operare una scissione, tre elementi disgiunti, dando forma visibile alla compresenza, contiguità e continuità di Padre, Figlio e Spirito Santo. Nellarte più primitiva, in una fase anteriore a quella in cui la pittura, in modo particolare, ne avrebbe dato una connotazione maggiormente descrittiva e naturalistica, la rappresentazione della Trinità cristiana venne affidata ai simboli (specie quelli geometrici, come il triangolo equilatero o i tre cerchi intrecciati). Ovviamente luso del simbolo, oltre che consentire un rapporto più stretto con il concetto astratto del sacro, rispondeva bene alle esigenze di sintesi e di chiarezza nel corso di un lungo periodo di tempo. Un filone iconografico che andò affermandosi a partire dal XII secolo e che ebbe una larga diffusione in ambito centroeuropeo, prevedeva la rappresentazione della Trinità come figura umana costituita da un solo corpo e da tre teste, oppure, secondo una soluzione preferita in Italia, da una testa con tre volti, il cosiddetto Vultus Trifrons. Scuola di Leonardo da Brescia, Cristo Triforme, 1542 circa. Vigo di Fassa (Trento), chiesa di santa Giuliana. I precedenti più immediati di ogni rappresentazione trinitaria cristiana vanno rintracciati nei simulacri della dea Ecate di epoca classica, a loro volta direttamente discendenti dai tricefali egizi (come Serapide). Il volto trifronte compariva pure nelle arcaiche raffigurazioni allegoriche della Prudenza. Nel contesto della diffusione dellUmanesimo e dellammirazione per il lascito culturale dellantica Roma tale rappresentazione, coerente con le divinità bifronti o trifronti del Pantheon dellUrbe, dovette apparire una soluzione molto elegante ai pittori italiani dellepoca. Ma fu proprio la sospetta contaminazione con il paganesimo a far sì che queste immagini della Trinità venissero guardate con sospetto dalla Chiesa post-tridentina. Poche sono in verità le testimonianze pittoriche di tale tipologia iconografica sopravvissute alla dichiarazione di eresia emessa nel 1628 da Papa Urbano VIII e ai conseguenti roghi dei dipinti. Tale figura, di cui è stata anche notata unascendenza celto-germanica, era chiamata dai protestanti il Cerbero Cattolico, mentre in contesto cattolico giunse ad essere indicata come emblema diabolico e immagine improba, fino alla soluzione definitiva imposta dal pontefice. Tra gli esempi rimasti vi è un affresco che decora labside della chiesa, di origine precarolingia, di santa Giuliana a Vigo di Fassa, in Trentino: nel mezzo troneggia, al posto del più consueto Cristo Pantocrator, licona della Santissima Trinità in ununica persona a tre visi con aureola crociata, colta nellatto di benedire con la mano destra e reggente con la sinistra il globo sormontato dalla croce. La posa della figura è ieratica, con un manto rosso ornato col monogramma del nome di Gesù e con fiori, fregiato da una larga bordatura. Come era consuetudine in questo tipo di immagini, gli occhi sono quattro, con una funzione necessitante alla immanentizzazione terrena della triade trascendente. Il viso di mezzo ha una barba bianca lunga, quello a destra una barba sempre bianca ma più corta, quello di sinistra una barba rossiccia; il colore dei capelli corrisponde a quello delle barbe. LOpera, eseguita allincirca nel 1542, è stata assegnata ad un pittore vicino alla scuola di Leonardo da Brescia, attivo allepoca a Bressanone.
Descrizione Topologico Istorica
della Città di Perugia Volume I
esposta da Serafino Siepi 1822 Stampato da Garbinesi e Santucci Perugia
ORATORIO della GONFRATERNITA
di s AGOSTINO. Non può determinarsi l'anno in cui fu questo Oratorio
edificato, come neppur quello in cui fu istituita questa nobile Confraternita.
Certo è però che l'Oratorio fu fabbricato sul principio del sec.
XV e fu ridotto alla nobilissima forma in cui si vede sulla fine del
sec. XVII e principio del seguente. Ascesi pochi gradini, si entra in un'Atrio
e a sinistra si presenta l'ingresso del picciolo Tempio quadrilungo presso ai
quattro angoli del quale, quattro porte sono simmetricamente collocate, e l'ultima
di esse nella parete sinistra è appunto quella dell'ingresso. Nella parete
estrema è un finestrone posto a cristalli nel 1800. Le mura sono ricoperte
da quadri frammezzati a vaghissimi intagli a fogliami di legno dorato, opera
del francese Carlo d'Amuelle compiuta sulla fine del sec. XVII unitamente agli
intagli di cui tutto è rivestito il soffitto , fuorché nei comparti
ove sono allogate tre pitture in tela entro allor proprie cornici sostenute
ciascuna da Angeli parimenti intagliati in legno. L'Oro che cinge la superficie
di questi ornati è così forbito e cosi dilicato artificio preparato,
che serba il suo antico splendore, quantunque da Pierantonio Lazzi da Lucca
posto in opera fin dall'anno 1700. I tre fondi o pitture suddette del
soffitto sono tra le migliori opere di Mattia Batini perugino e rappresentano
il principale prossimo all'altare dell'Apostolo s. Filippo, il secondo s. Agostino,
il terzo l'Apost. s. Giacomo il Minore in atto di essere recati alla gloria
degli Angeli. Nella indicata stanza evvi pure una tavola colla Vergine sedente
e il Bambino in braccio ed ai fianchi i ss. Agostino e Sebastiano inginocchiati,
col campo oscuro, fregj alle vesti e diademi di oro. Nel gradino del trono è
notato il 1510. Si attribuisce a Pietro, ma l'Orsini, riflettendo ch'egli avea
in quel tempo ingrandito il suo fare , la reputa di qualche suo allievo.
Sotto al presente Oratorio è. un salone a volta che fu un tempo o l'antico
Oratorio o l'antico Spedale di questa Confraternita e che ora serve da granajo.
In esso veggo usi ancora gli avanzi di alcune vecchie pitture a fresco, tra
le quali è notabile quella con cui si è voluto esprimere la Trinità
, consistente una figura la cui faccia è composta di tre
volti uniformi in un sol capo, servendo a tatti tre i volti quattr'occhi
soli. (*) La mano destra di questa figura
è in atto di benedire con tre dita elevate, e la sinistra tiene un libro
aperto in cui a caratteri gotici é scritto Ego
sum Via Veritas et Vita Da altro lato si veggono le immagini di
s. Agostino e di s. Domenico. Si credono ,ambedue queste pitture opere di arteficì
perugini eseguite verso la meta del sec. XIV. ( v. Mariot. Let. Pit. pag. 53
) In prospetto poi ove credesi che fosse l'altare, è dipinto similmente
nel muro un Crocefisso colla Vergine semiviva sostenuta da una Maria, s. Giovanni,
e la Maddalena che abbraccia la croce, opera, come si crede, della scuola di
Pietro, ma assaissimo danneggiata .
(*) Questa mostruosa maniera di esprimere
il più augusto de' nostri misterj fu praticata piu volte dai pittori
(v.Joh. Nolani de ss. Imag. et Pictur. L2.c4 ) e noi abbiamo veduta alcuna simile
pittura anche posteriore alla condanna, che ne fece Urbano VIII, nel 1628.
BAPHOMET - 4 OCCHI
Così lo descrive Franco Cuomo nel romanzo storico "Gunther d'Amalfi": E vide il Baphomet. Non erano due facce, come si aspettava per tutto quello che aveva sentito dire sul demone, ma un unico viso, per metà d'avorio e per metà di bronzo, per metà bianco e per metà moro, per metà glabro e per metà barbuto. Sulla parte glabra splendevano due occhi di zaffiro, su quella mora due occhi di topazio. Sorreggeva la testa un corpo androgino, laminato d'oro e d'argento, avviluppato di segni lunari e solari al tempo stesso, dalla sessualità indefinibile. Una miriade di cordicelle variamente annodate pendeva dal capo dell'idolo, come una capigliatura incolta o una maledizione.
ETIMOLOGIA
Un primo enigma riguarda proprio il significato
del nome, per il quale sono state avanzate diverse ipotesi. Secondo alcuni il
nome sarebbe semplicemente una contrazione del nome di Maometto, e deriverebbe
dai contatti segreti che i Templari ebbero in Medio Oriente con i maestri arabi,
durante le Crociate. Altri la ritengono una corruzione del termine arabo abufihamet,
che i Mori di Spagna pronunciavano bufihimat. Questo termine significa «Padre
della Conoscenza» o «Padre della Sapienza», e potrebbe indicare
un principio soprannaturale o divino. Non si comprende, però, che cosa
potrebbe differenziare il Baphomet da qualsiasi altro principio divino. Non
mancano ipotesi ancora più fantasiose: alcuni vi vedono l'anagramma della
locuzione ebraica "Tem-oph-ab" che significa, parola per parola, «doppio-uccello-generazione».
Il "doppio uccello della generazione" corrisponderebbe ad un chiaro
simbolo sessuale, analogo al linga ed allo yoni del culto indiano: in tal caso
i Templari avrebbero continuato e rinnovato gli antichi culti fallici dell'Oriente?
Sembrerebbe poco probabile. Altri ancora fanno derivare il termine dalla radice
greca del verbo battezzare, interpretando la parola come «Dio che battezza
nello Spirito Santo». Tra le varie ipotesi, una delle più accattivanti
risulta quella formulata da Hugh J. Schonfield, uno dei maggiori studiosi dei
Rotoli del Mar Morto. Nel suo libro "The Essene Odissey", Schonfield
descrive un cifrario crittografico a sostituzione chiamato codice Atbash, già
presente in alcuni passi della Bibbia ed utilizzato per dissimulare dei nomi
in alcuni testi Esseni. Il codice Atbash consiste nel ripiegare in due l'alfabeto
ebraico di 22 lettere in modo che la prima venga sostituita dalla 22°, la
seconda dalla 21° e così via fino all'11°. Poggiando questo cifrario
sulla base inferiore, le prime due coppie di sostituzioni sono aleph-taw e beth-shin,
e queste quattro lettere,lette di seguito, formano il nome del cifrario, a-t-b-sh.
Secondo questo codice il nome Baphomet andrebbe scomposto nelle sue cinque lettere
del corrispondente termine ebraico, che vanno sostituite con le loro corrispondenze
nel cifrario Atbash:
beth pe waw mem taw
B Ph O M T
shin waw pe yod aleph
Sh O Ph I A
In questo modo, Baphomet traslitterato in Atbash da "Sophia", il termine
esoterico che indica la "Sapienza". (tratto da "L'angolo di Hermes")
http://angolohermes.interfree.it/index.html
THE BOOK OF QUATTROCCHI
- FOUR EYES
© 2005 Chicago. J. P. Maher
In 1485-87 His Holiness commissioned Domenico Ghirlandaio to fix him up in the Vatican Gardens with un casino a belvedere - a little hut with a nice view. The phrase shrank to a word: -the belvedere of art historians. Surname and toponym collide here. The noble lineage boasts a coat of arms with the pictogram, or rebus writing, of four eyes .The Quattrocchi clan has no mythic freaks in their family tree: their name was inspired by other “eyes”, those of an ancestral abode in Tuscany. At this spot once upon a time stood a long gone church dedicated to the Virgin Mary, built on the bank of the once rushing river Bure. Which was once spanned by a now long-gone bridge. The torrent was filled-in to end its destructive floods. After diversion of the river bed, the old bridge was no longer needed and was dismantled and its stones re-cycled. De-consecrated, the church’s stones were re-used to build a farm house. This was the church of St Mary at the bridge with four arches - ‘eyes’ ”- Santa Maria a Quattrocchi…
SENTENZE E PROVERBI EUROPEI:
EI, QUI LEGERE ET SCRIBERE SCIT, QUATTUOR
OCULI SUNT (ALBANIA)
IL MUSEO PIO-CLEMENTINO ILLUSTRATO E DESCRITTO DA ENNIO QUIRINO VISCONTI - DESCRIZIONE DI GIANO CON QUATTRO OCCHI
"...orni gli fur dati di duplice , di veggente intorno intorno , di fornito di quattro occhi. O che pensassero che niuna cosa dovesse essere ascosa a colui per cui tutto era comparso ed aveva aspetto, o che piuttosto volessero con Orfeo, Argon..".e più chiaramente in quel verso conservatoci nel commentario ms. d' Ermia, sul Fedro di Piatone, e riportato nell' Orfeo di Gesnero, pag. 4o5 , dove Fanete è descritto Quatuor oculis adspioiens hinc et inde : dal che inferisce Eimia, che Fanete è la Tetrade , opinione a Cui possono anche averlo indotto gli ermi o si. uni laci i quadrangolari del Bacco Fanete. Così geminus si denominò da,' Latini anche Giano , a cui da Ovidio oculos diversa tuentes ( Fasi. , lib. I ) , espressione equivalente all' Orfico fteptoiréa : vero è che alle volte questa duplicità del Bacco Fanete fu interpretata per diversità di sessi , quindi il Bacco Androgino, e le immagini con due teste, una virile, mia muliebre, ciò esprimere l' altro nome di Metì ossia Intendimento, che allo stesso oggetto si attribuiva, del quale è singolarmente proprio il vedere ad un tempo innanzi e indietro , il prima e il poi delle cose;
Trattato dell'arte della pittura, scultura ed architettura -Paolo di Giovanni
Riferisce Eusebio, che la sorella di Saturno Dea dei Fenicj , chiamata dai Sidonj Astarte , con un cimiero che avea quattro occhi , due dinanzi e due di dietro, i quali si chiudevano e dormivano a vicenda, sicchè due ne erano aperti sempre; con quattro ali agli omeri , delle quali due stavano distese come se volassero
quatuor oculis
..In castello autem quodam, quod Pompeius invaserat, tantus fuit imber sagittarum, ut sine vulnere defensorum nullus evaderet, quin et centuriones quatuor oculis *capti essent, et quum sero diurni laboris ac periculi summam imperatoris non tam auribus, quam oculis subiicere ac representare decrevissent, triginta sagittarum millia numerarent. Inter cuncta Cesii Sceve centurionis admirabilis virtus fuit, cuius scutum relatum Cesari perfossum CXX foraminibus est inventum. De quo quidem varia est fama.......
*nota:il
termine "quatuor oculis"
viene qui usato nell'accezione di "360 gradi".
La centuria usava la strategia militare della formazione a triangolo per
tenere sotto controllo il territorio e il nemico nelle 4 direzioni.
STORIA DELLA CITTA' DI PARMA - IRENEO AFFO - TOMO TERZO
NOTIZIE INTORNO ALL'ORDINE DI GHERARDO SEGARELLO
AL TEMPO DELL'ABATE GUGLIELMO QUATTROCCHIO (1252 circa)
Nota
Ma e' oramai tempo di ritornare a far parola dell' Ordine
di Gherardo Segarello, che, siccome abbiam detto, rimaneva per l' indicato Concilio
soppresso. Quest'assemblea di fanatici si era notabilmente moltiplicata . L'
institutore , benche' pregato , non aveva pero' mai voluto prenderne la direzione.
Laonde questionando fra loro gli Apostoli se dovessero eleggersi un Superiore,
o pur no, rivolti si erano gia' per consiglio a Maestro Alberto d' Ungheria
Parmigiano, uomo assai famoso, ed uno de' sette Notai della Romana Curia , che
li rimise all' Abate di Fontevivo . Parve all' Abate dover eglino rimaner come
stavano senza capo veruno , e senza edificarsi case conventuali , vaganti pel
Mondo separatamente nel solito loro abito altre volte descritto, con lunghi
capelli, e barba prolissa. Cosi giudico' egli, sperando che in tal guisa dispersi,
e l' un dall' altro indipendenti, sarebbesi da se stesso distrutto un Istituto,che
sotto il pretesto di rinnovar la vita apostolica poteva seminar un giorno zizzania
. Dispostisi a seguir tal parere avanti di separarsi congregaronsi in Parma
tutti gli Apostoli presso il fondatore, e saltellandogli attorno pieni di ridicolo
entusiasmo gridavano
senz' altro soggiugnere Padre, Padre, Padre. Egli cosi' onorato veggendosi ,
disse di volerli rimunerare ; e comando' loro di spogliarsi di tutti gli abiti
, che legati in fardello fece in mezzo della camera mettere a monte. Rimasti
gli Apostoli del tutto ignudi , e con tal rito a suo dire spropriati , predico'
loro il seguir Cristo ignudo. Cio' fatto diede ingresso ad una vii femmina,
da cui distribuite furono a ciascuno senza la minima scelta le confuse vesti
, e per tal modo licenziati se ne andarono chi verso San Giacopo di Galizia
, chi ad altri Santuarj , come loro parve meglio . Le massime loro istillate
dall' empio Gherardo erano tutte dirette al disprezzo della Romana Chiesa ,
fuori di cui egli credeva chiunque non abbracciasse la finta sua poverta' ,
e la sua supposta vita apostolica . Il Papa , i Prelati , e tutti gli altri
Religiosi erano per costui un branco di presciti; l' autorita' loro era decaduta
, e trasferita nella nuova sua setta, vantandosi egli per quell'eletto virgulto
, in cui avea cominciato a rifiorire la Chiesa di Cristo . Permetteva poi a'seguaci
suoi le piu' detestabili disonesta' ; e sotto pretesto di vincere a forza le
tentazioni della carne concedeva agli uomini ed alle donne il giacere insieme
, e destarsi vicendevolmente alla piu' ardente concupiscenza, insegnando , che
se cio' non, ostante omesso avesserodi scendere agli atti dell' ultima e piu'
sfrenata libidine ,poteano vantarsi di aver fatto maggior miracolo, che non
sarebbe il dar ad un morto la vita Per questo dice Fra Salimbene, informato
da costoro medesimi , che non solo abusavano delle femmine, ma de' maschi eziandio,
e narra che seco avevano tra le altre Apostolesse Ripia sorella di Fra Guido
Putagio o Putaglia da Parma di tal Ordine seguace . Cosi' andarono dispersi
qualche tempo i Pseudo-Apostoli, fin a tanto che montato in superbia il Putaglia
, se n' era fatto egli spontaneamente capo , ed universal reggitore , usando
tal fasto , e tenendo Corte si' splendida , che Vescovi e Cardinali non avrebbono
fatto di piu'. Tanta sua boria spiacendo all'Ordine, fu egli deposto, ed eletto
resto' in sua vece Fra Matteo dalla Marca di Ancona, per cui nacque scisma e
divisione, non volendo il Putaglia discendere dal suo grado. Stava egli in Faenza
con alcuni pochi suoi partigiani a custodia di una picciola Chiesa nel Giardino
degli Alberghetti e degli Accarisi, e per farsi credere il legittimo Superiore,
e trionfare dell' avversa parte cerco' di aver seco il Segarello, e l'ottenne,
persuaso che l'ombra del fondatore dovesse renderlo rispettato. Ma gli Apostoli
di Fra Matteo congiurando contro il Putaglia , andarono per levargli dai fianco
il Segarello , e la faccenda termino' in guisa , che Apostoli con Apostoli fieramente
si bastonarono.
LA COMPAGNIA DEGLI SPEZIALI A BOLOGNA
Non sappiamo con esattezza quando sia sorta
lArte degli Speziali a Bologna.
Alla fine del Trecento si credette opportuno aggiungere, a quello della stessa
Arte degli Speziali, anche il controllo, delle autorità mediche.
Nel 1554 avvenne latto di sottomissione ufficiale della Compagnia al Protomedicato,
sponte et volontarie; ma in realtà era un atto imposto e per nulla volontario
e lo dimostreranno negli anni e nei secoli successivi i continui attriti tra
i due gruppi. Venne istituito il Catalogo degli Aromatari (una specie di albo
dei farmacisti), per mettere ordine nella variopinta accozzaglia di venditori
di medicine e affini e fu compilato il Catalogus medicamentorum tam simplicium,
quam compositorum quae in pharmacopaeis tam civitatis quam Comitatus Bononiae
assidue servasi debent (1563). Nel 1574 fu stampato, come si è detto
sopra, il primo Antidotario.
Tra i capitoli più salienti, vi è quello della visita alle farmacie,
che avveniva trimestralmente in città e circa due volte allanno
nel contado. I farmacisti dovevano obbligatoriamente tenere la scorta di medicinali
semplici descritti nellAntidotario ufficiale.
Le visite sanitarie non si svolgevano soltanto nelle farmacie; il capitolo 2
delle leggi del 1666 del Protomedicato prevedeva anche le visite alle sostanze
aromatiche e ai medicinali una volta allanno, i Protomedici dovevano
ispezionare anche le farmacie degli Ospedali.
Le visite erano seguite da un rapporto dei protomedici allAssunteria di
Sanità. A volte si tratta di relazioni laconiche che danno limpressione
di abitudinarietà, ma nella maggioranza sono rapporti molto circostanziati
che rivelano serietà e impegno dei singoli protomedici.
LIMONE QUATTROCCHI
Frutta in via di estinzione, una «banca» per
salvare centinaia di specie italiane - Corriere della Sera 2002
LIMONI Preoccupa, in particolare, la sorte di tre
tipi di limone: il Femminiello di Messina, il Quattrocchi
di Catania, il Santu Ghironi di Cagliari MELE Tante le qualità da proteggere.
Tre nella zona di Torino e di Milano e poi le Appio di Sassari, le Zamboni di
Bologna e le Limoncella di Roma.
Femminello: Di origine sconosciuta coltivata da epoca remota in Sicilia e da
cui attraverso mutazioni gemmarie si sono originate numerose selezioni clonali
(«S. Teresa», «a zagara bianca», «incappucciato»,
«sfusato di Favazzina» (Calabria), «Quattrocchi»
«Scandurra») o poco tolleranti al «malsecco» («comune»,
«siracusano») e con caratteristiche morfologiche e bio-agronomiche
più o meno diverse.
Attualmente è diffusa soprattutto in Sicilia (Catania, Palermo, Siracusa,
Messina) e in Calabria (Reggio Calabria).
La pianta è di vigore debole («Quattrocchi»),
medio («comune», «a zagara bianca», «apireno Continella»,
«sfusato di Favazzina»), mediamente elevato («S. Teresa»
e «incappucciato») ed elevato («siracusano») con portamento
assurgente, espanso («a zagara bianca», «apireno Continella»),
o globoso («Quattrocchi»), resistente
ai venti, con produttività costante ed elevata., con foglie ellittiche
con apice leggermente arrotondato, con picciolo corto e robusto.
ANTIQUARIAN RARE BOOKS
Historia Iemanae [by Ibn al-Daiba] ed. C.T. Johannsen Di Abd al-Ramân b.
Narra dell'avvenimento prodigioso della nascita
di un bambino settimino, figlio di una fanciulla di nome Ganna, nato con due
corna, quattro occhi, naso curvo, le orecchie sulle
scapole e quattro piedi con quattro diti ciascuno, denti grandi e capelli duri,
sotto il regno di Mudjahidi, anno 744.
"Prodigium quoque sub regno Mudjahidi evenit,
nimirum puer, facie haedi, duobus cornibus et quatuor
oculis, binis ab anteriore, binis a posteriore parte instructus, cuius
aures in extremis scapulis positae, naso curvo praeditus, cui dentes hominis
et crines multum asperi erant, caeterum quatuor pedes, quorum singuli quatuor
digitos habebant, dati, e puella quadam Ganna appellata, septimo post conceptionem
mense natus est a. 744."
TEOGONIE di Aldo Vincent
COSMOGONIA GRECA - (FANETE)
Se per Babilonia ed Egitto in principio era il Caos acquoso e informe, per i Greci in principio erano le squame dei due serpenti primigeni che si attorcigliavano tra di loro: Ananke, la necessita e il Tempo che non scorreva. Da loro sortirono Etere, Caos. Ma il prodigio si ebbe quando dal coito dei due serpenti venne generato un uovo che si dischiuse generando la luce, e nella luce un Protogonos con quattro occhi e quattro corna, zoccoli e ali doro, teste dariete di toro, di leone e serpente, un corpo di giovinetto con fallo e vagina. Era Fanes: la chiave della mente. Pregno di luce Fanes si ingravido da solo e genero Echidna il serpente dal magnifico volto di donna. Poi genero la Notte che esisteva gia prima di lui e che divenne la sua concubina da cui ebbe Urano e Gea. A poco a poco tutte le cose apparvero nella caverna di Notte compresero i luoghi degli dei e degli uomini. Il Tempo comincio a scorrere e Fanes rimaneva nella caverna finche tutto il fattibile si fece. Fu allora che Fane con il suo scettro si reco con il suo cocchio sopra il dorso del cielo. Urano e Gea intanto si univano in un coito ininterrotto e a mano a mano che nascevano i figli Gea era costretta a ricacciarli nel suo utero finche nacque Crono con un falcetto dentato che taglio i testicoli al padre, i quali candendo nel mare generarono Venere che in greco vuol dire: nata dalla schiuma (Afrodite), assistita dalle sue due ancelle Apate e Zelos (Inganno e Rivalita). Linterruzione del coito sparse per lo spazio molti esseri quali i Titani, i Ciclopi ed i Centimani. Crono si congiunse con Rea e tutti i figli che essa generava venivano inghiottiti dal padre che non voleva rivali. Quando nacque Zeus, Rea lo nascose nella caverna della Notte. Quando i tempi furono maturi, Notte preparo un pranzo di miele e ambrosia per Crono che ebbro si appisolo. Allora Zeus lo lego con una catena e comincio ad inghiottire ogni parte dellUniverso fino ad arrivare a Fanes che preso dalla contemplazione di se stesso, non si accorse di nulla. Quando Zeus ebbe ingurgitato tutto il mondo, lo vomito tutto uguale a prima ma legato da una catenella doro. Quando tutto ritorno come prima Zeus ebbe il desiderio di congiungersi con sua madre Rea che ora era diventata Demetra. Per sfuggirgli lei si trasformo in serpente e pure Zeus che la colse in una stretta soffocante. La stessa dei due serpenti primigeni che generarono il Tutto. La stessa che Ermes porta sempre con se, e mostra nelle sue apparizioni. Da questa congiunzione nacque Persefone, linguardabile e il cui nome significa: colei di cui non si puo pronunciare il nome. Tutto questo accadde a Creta.
I was recently able to view some wonderful and rare antiquarian books at the rare book room of the University of Iowa Medical Library. This is the front cover and two pictures from Ulyssis Aldrovandi's 1599 "The Histroy of Monsters". Aldrovandi (1522-1605) was a first class scholar of the reniassance and collector of curiosities. He published 13 volumes based on his collections, reading, and information he picked up from others. I think this copy was from 1642 and shows mr. fancy long ears (fanesius auritus) and mr. four eyes (quatuor oculis).
Xenophontis Scripta quae supersunt Di
Xenophontos ta Sozomena,trad. Friedrich Dübner
Di Gottfried WilhelmLeibniz, NiedersächsischeLandesbibliothek Hannover Leibniz-Archiv., Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Akademie der Wissenschaften in Berlin (1991- )
DATUM NEAPOLIS IDIBUS JANUARII 1693NUNE MITTITUR TARANTO URBE APULIAE STILLIONIS FIGURA QUATUOR OCULIS
Fragmenta philosophorum graecorum Di Friedrich Wilhelm August Mullach-
Aureis alis hue et illuc volitans. Quatuor oculis hue atque illuc spectans-
LINGUAGLOSSA
DESCRIZIONE ANALITICA DEI TOPONIMI-V.FRANCESCO COPANI, POETA
Figlio di Domenico e di Elisabetta Vecchio, Francesco Copani vide la luce a Linguaglossa nel 1636, ultimo di quattro figli, e a Linguaglossa si spense nel 1723, dopo avervi esercitato la professione di notaio. Legò parte delle sue sostanze ad opere di beneficenza. Scrisse poesie in dialetto siciliano. Della sua produzione vernacola ci rimangono, purtroppo, soltanto i titoli, (con il relativo numero di versi), di otto poesie: Alle anime del Purgatorio, in sedici versi; Per la morte di una giovane, in ottanta versi; Funesto di Catarina Copani e Quattrocchi, in centocinquantadue versi; Passaggio del Padre Rev. Mastro La Guzza, (sicuramente quel Francesco La Guzza carmelitano ricordato da Vito Amico), in trentadue versi; Superbia Umana, in trentadue versi.Un poemetto invece, Pianto della città di Linguaglossa in tempo della penuria dellanno 1672-73, di quattrocentottanta versi, si è salvato per merito di Giuseppe Copani Mannino che nel 1909 ne curò la pubblicazione. Il poemetto è una pagina viva e palpitante della storia linguaglossese del Seicento rivissuta sullo sfondo cupo della carestia; usi e costumi del nostro centro, chiese e feste tradizionali, ricchi e borghesi e poveri (manti, cappeddi, e birritti), laici ed ecclesiastici e sbirraglia, tutto e tutti sono passati in rassegna dalla Musa costernata del nostro inconsolabile Notaro.
Linguaglossa (Linguarossa in siciliano) è un comune di 5.361 abitanti della provincia di Catania.
LA GRANDE
FRONTIERA
Uomini e donne del West-Titolo originale The Westerners Autore
Dee Brown
Editore Mondadori-Anno 1974-Altre edizioni Mondadori 2000-Traduzione Andrea
D'Anna
Contenuto. «La storia del West americano
ha tutti gli elementi dell'Iliade e dell'Odissea. E' un mondo eroico di conquiste
e di guerre, di viaggi in terre lontane, di audaci cacce, estreme resistenze,
imprese leggendarie. E' un'epopea di grandi gesti, di trionfi e fallimenti,
del più vasto campionario di eroi e di eroine. Il West è una tragedia
temperata da interludi di commedia. E' una storia del bene e del male, un dramma
allegorico fatto di astrazioni personificate». Così Dee Brown,
autore del famoso best-seller Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, introduce
a questa sua nuova opera dedicata a un West tutto da rivisitare, da riscoprire,
da riconsiderare sotto una nuova luce. Brown ci guida in un'appassionante cavalcata
attraverso i secoli, alla scoperta di un mondo emblematico dove si sono date
convegno genti di ogni angolo della terra e si sono scatenate tutte le cupidigie,
tutte le passioni, tutte le forme di sfruttamento. In questo autentico ombelico
del mondo, nella cornice di una natura maestosa e selvaggia, si sono consumate
le vicende personali di uomini e di donne d'eccezione, e la travolgente avanzata
della civiltà bianca ha condotto all'estinzione stirpi umane e specie
zoologiche. Essa si apre col primo uomo che giunse
nel West dal mondo non-indiano, un negro marocchino di nome Esteban, per poi
presentare volti spesso inediti di altre figure rappresentative del favoloso
West - compreso un nobile, indomito e fondamentalmente mite Toro Seduto accanto
a un fatuo e pusillanime generale Custer - e concludersi col cow-boy vagamente
grottesco che per due volte diede con successo la scalata alla Casa Bianca:
Teddy Roosevelt, alias Quattrocchi,
alias il Cavaliere di Ferro, colui
che «rappresentò il distillato finale dell'esperienza del West,
e come presidente fece molto per imprimere durevolmente questi tratti nel carattere
del popolo americano
I TRE SERGENTI RACCONTO BREVE PUBLICATO IL 30 MARZO 1918
quando mi domando: Che cosa siamo veramente, resto perplesso e non so che cosa rispondere.Quattrocchi : alto, magro, dinamico, I'anima del reparto è il braccio destro del tenente che non fà nulla senza averlo .consultato. Qualche volta nascono dei dissensi e allora Quattrocchi s'irrigidisce e dice Agli ordini signor tenente, eseguisco ma declino ogni responsabilità. Il Caro e impareggiabile compagno; grazie alla sua instancabile attività noi trascorriamo le giornate piu tranquille e sedentarie che ne siano concesse dal 1914 a questa parte, è sempre in moto. Entra di corsa, guarda controlla, stilizza rapporti; e prima di alzarsi rimane pensieroso col mento appoggiato alla mano. Allora un'ombra passa sulla sua fronte. Ma e solo un momento. Subito si riprende, ci guarda, sorride ed esce a grandi passi.Volevano che facesse l'ufficiale, ma lui non ha voluto;non so perchè. Quattrocchi è senza dubbio la piu bella e simpatica figura di soldato che abbia finora incontrato. Io e Brancherella siamo personaggi piu insignificanti: due figure scalcinate di secondo piano, forse anchemeno.Che dire di me che sono il piu infagottato e il più ragazzo? Un giorno che lo avevo fatto arrabbiare Brancherella mi ha detto: A te, invece della baionetta, dovevano infilare nel fodero un tagliacarte. Ammazzo il tempo leggiucchiando tutti i libri che mi capitano per le mani e scarabocchiando certi taccuini. Ogni tanto mi fermo e guardo sottocchi quei due triangoli d'argento che da poco tempo mi porto cuciti sulle maniche. La recente promozione mi ha messo in orgasmo. Non dico, c'entrerà l'ambizione,la quale, ahime, è come la gramigna, mette le barbe in tutte le fessure. Ma ne sono anche molto sorpreso e inquieto. Sarà un premio oppure un castigo? Tre sergenti, tre vecchi compagni di scuola, che un capriccio del destino ha fatto incontrare, vestiti di mezzocappotto, fra, le mura di un convento. qualche volta brontoliamo ancora, ci sfugge qualche gesto impaziente; ma sono spumeggiamenti involontari e passeggeri. Ormai ci siamo arresi. Sappiamo quale è la via e, costi quel che costi, siamo decisi a percorrerla fino in fondo. I soldati" dei reparto ci chiamano ironicamente «Lo Stato Maggiore »... Quello che c'e sotto veramente Dio solo lo sa.
CURIOSITA' CANINA: ZOROASTRO E CAPACITA' ESORCIZZANTI DEL CANE QUATTROCCHI
I cani quattrocchi c'erano già, ed erano chiamati così, al tempo di Zoroastro. Hanno il pelame tutto nero,e una macchia color di fuoco sopra ciascuno dei due occhi. Sta scritto nell'Avesta che quando si è portato un morto lungo una strada, affinché possano poi i vivi tenere senza danno la medesima via, bisogna farci passare per tre volte un cane quattrocchi. In mancanza di un cane ci si può far passare un prete che dica queste vittoriose parole: «gathâ chû aairyô...». In Piemonte si dice dei cani di questa razza che essi hanno quattro occhi, e si chiamano «cani quattrocchi».
MASTINO TIBETANO - MIG BZHI CAN (QUATTROCCHI)
Mastino Tibetano
chiamato Mig bZHi Can (Quattrocchi).
Il possesso di tali cani è da considerarsi in Tibet uno status symbol,
è difficilissimo trovarne uno in vendita, e se ciò accade il prezzo
è solitamente quello di un buon cavallo. Hanno il tipico muso pesante,
occipite fortemente pronunciato, labbra pendenti, gli occhi che mostrano il
rosso (della congiuntiva),e i potenti arti anteriori dei mastini. La coda,piuttosto
lunga, ha un pelo piuttosto folto e viene portata in un ampio ricciolo. Il colore
è solitamente nero - sempre nero nella razza considerata "pura"-
con focature su muso, collo e zampe, solitamente con del bianco sul petto, e
focature sopra gli occhi, che gli hanno valso il nome di Mig
bZHi Can (Quattrocchi). Riguardo alla taglia,
pesa circa 160 libbre (72,6 kg). La caratteristica più tipica è
il profondo abbaio, più simile alla tonalità di un corno da nebbia
che alla voce di qualsiasi animale. Scopo della loro vita, dicono i Tibetani,
è quello di "custodire la proprietà
contro i predatori e i ladri", e nel compierlo ci mettono la loro
vigilanza e la loro ferocia.Lo sapevate che un esemplare di Mastino Tibetano,
e precisamente un Mastino Rosso, si è assicurato
il primato di cane più costoso del mondo? Il cane in questione, di nome
Big Splash, è stato comprato da un milionario
cinese per un totale di quasi 10 milioni di yuan
pari a 1.1 milioni di euro. Il suo valore spropositato
lo ha fatto entrare nel Guiness dei primati come il Cane più costoso
del mondo! Prima di Big Splash i cani più
costoso al mondo erano altri due mastini tibetani di nome Red
Lion e Yangtze River Number Two. Una vera
razza da record ! Il Mastino Tibetano Quattrocchi
(Tibetan Mastiff) è l'antenato di numerosi
"mastodonti" della specie canina,
e a questo proposito, figura in tutte le opere di cinologia. Peraltro, bisogna
confessare che, fino a non molto tempo fa, ben pochi cinofili avevano avuto
il privilegio di osservarlo realmente. Così possiamo citare il testo
del dottor Luquet, autore di "Dogues et Bouledogues", che ammetteva
si trattasse di un cane "totalmente sconosciuto nelle nostre contrade"
e che egli stesso non ne aveva mai incontrati in 50 anni di frequentazione assidua
delle esposizioni canine. I Mastini Tibetani Quattrocchi
sono dei cani potenti e ben costruiti, il cui aspetto, che è contemporaneamente
maestoso e pieno di bontà, può comunque impressionare. Ma non
dobbiamo lasciarci ingannare: il mastino tibetano ha assimilato la saggezza
orientale e, pur avendo un carattere forte, il suo umore è molto stabile.
Marco Polo lo definì "grande
come un asino e feroce come un leone". Nessuna delle due asserzioni,
probabilmente, corrispondeva a verità neppure ai tempi dell'esploratore
veneziano: sicuramente sono lontanissime dal Tibetan Mastiff
di "oggi". Grande, ma non certo gigantesco, imponente e bellissimo,
l'odierno Tibetan è un cane che ha nell'equilibrio caratteriale la sua
dote maggiore. Questo cane, progenitore di tutti gli attuali molossoidi, guarda
tutto e tutti con pacata benevolenza, dall'alto della sua antica maestà.
VIDEO
MASTINO TIBETANO - QUATTROCCHI
SEGUGIO AUSTRIACO ( QUATTROCCHI ) BASSET BLEU DE GASCOGNE
Grazie alle sue particolari attitudini per il lavoro faticoso in alta montagna, ma anche in pianura, il segugio nero e focato (quattrocchi) è molto apprezzato sia come cane da seguita, sia come cane da sangue per la ricerca di animali feriti. Il Segugio Austriaco Nero e Focato è considerato come lautentico discendente del segugio celtico. Il basset bleu ha origine in Francia ed è stato ottenuto da programmati incroci di Gran Bleu de Gascogne. Infatti la razza rinasce alla fine del diciannovesimo secolo per merito di alcuni cacciatori dell'ovest e da allora la sua evoluzione è stata costante sia dal punto di vista di miglioramento morfologico che di preservazione della sua qualità di cane chiamato del "sud della Francia".
Dendrochirus Biocellatus o Nemapterois Biocellata o Ombrellino cinese quattrocchi
Splendido pesce appartenente alla famiglia degli Scorpenidi, proveniente dalla Tailandia, dalle isole Maldive, Marshall, e da tutto l'arcipelago delle Filippine. Livrea coloratissima, di color rosso con sfumature gialle, zebrato di nero, bordo delle pinne turchese, sull'ultima pinnula della pinna dorsale una coppia di macchie nere contornate di giallo o di turchese.
ILPESCE ALIENOHA QUATTRO OCCHI VIVE A 1000 METRI DI PROFONDITÀ
Il Barreleye glasshead,
pesce con quattro occhi
BERLINO - La specie si chiama Barreleye glasshead
e vive a mille metri di profondità: ha due grandi occhi principali a
forma di grandi cilindri, ed altri due di lato che gli permettono una vista
davvero eccezionale. L'impatto da vicino è realmente spaventoso anche
perché non di piccola razza. La specie di pesce può, infatti,
crescere fino a 16 centimetri. Il pesce alieno: ha quattro
occhi e vive a mille metri di profondità
Le immagini del Rhynchohyalus
natalensis, pesce con quattro occhi,
che vive tra gli 800 e i 1.000 metri di profondità nel Mar di Tasmania,
in Nuova Zelanda. Questa caratteristica gli permette
la visione a 360°; la specie può raggiungere i 16 cm di lunghezza.(Olycom)
LInquietante Pesce quattrocchi (Dolichopteryx longipes)
La controilluminazione del Dolichopteryx e concettualmente simile: accende due file di lucine (cromatofori) sotto le linee laterali in modo che chi guarda da sotto si confonda tra la luce solare dello sfondo e la luce da bioluminescenza della pancia del pesce, cosi che la sagoma scompaia nel chiarore uniforme. Questo trucchetto certamente aiuta, ma non risolve tutti i problemi del nostro pesce dalle lunghe pinne (questo il significato del nome specifico, le pinne anali sono lunghissime). Posto infatti che possa guardare in su, e non essere visto da sotto, ha il problema di dover guardare a sua volta in basso. Ma per vedere cosa? Altri puntini di bioluminescenza, ovviamente! Deve pur mangiare anche lui, in fondo. La conformazione del cristallino e la retina specializzata tuttavia non aiutano: i puntini luminosi verrebbero visti, per fenomeni di rifrazione, sfuocati e confusi anche se locchio potesse puntare verso il basso. Infatti la luce, passando attraverso lunica lente del cristallino, verrebbe piegata e convogliata tutta nello stesso modo (come succede anche nel nostro occhio) e limmagine di tanti puntini alla fine apparirebbe confusa. Per ovviare a cio il Dolichopteryx longipes si e inventato, nel corso dellevoluzione, una caratteristica assolutamente unica -almeno per quanto ne sappiamo- tra i vertebrati: un occhio inferiore con uno specchio parabolico al posto del cristallino. Sebbene esternamente sembra che il pesce abbia quattro occhi, due sopra e due sotto, in realta internamente le due strutture sono in comunicazione e condividono lo stesso umor vitreo, pur avendo due retine diverse e due sistemi ottici differenti. La camera inferiore e dunque dotata, anziche di un cristalino sferico come in tutti i pesci (e non lenticolare come per noi), di una superficie curva riflettente che riceve la luce da una cornea in basso e la invia verso una apposita retina posta ad un angolo di circa 90 gradi. Questa invenzione, rivoluzionaria a prima vista, sembrerebbe pero una scoperta dellacqua calda: molti vertebrati (inclusi i nostri cani e gatti), sono dotati di una superficie riflettente dentro locchio, il tapetum lucidum. Si tratta di cellule della coroide, una delle tre membrane che rivestono locchio, specializzate nel riflettere la luce ricevuta in modo da amplificare il segnale luminoso. Lo specchio tuttavia sta a valle del segnale luminoso, e riceve fotoni che sono stati gia deviati dal cristallino, e non sostituisce il sistema rifrattivo in blocco come nel caso di questo pesce. La scoperta e recentissima, risale a dicembre 2008. Il motivo per cui finora non si era capita la particolarita di questo pesce, gia noto alla scienza da 120 anni, era che non si erano catturati animali vivi. La scoperta e stata quindi effettuata per caso da un gruppo di ricercatori della City University London coordinati dal Dr. Hans-Joachim Wagner dellUniversita di Tubinga intenti a censire le acque tra Samoa e la Nuova Zelanda con una nuova trappola di profondita che -suppongo- consente la compensazione quando gli animali vengono portati in superficie e che evidentemente e abbastanza mimetica da non essere sgamata da nessuno dei quattro occhi del pesce-spettro.
NOME ITALIANO: Pesce dai quattro
occhi
SPECIE: Anableps anableps
LUNGHEZZA: 20-30 cm
PHYLUM: Cordati
ORDINE: Ciprinodontiformi
CLASSE: Pesci di Superficie - DISTRIBUZIONE: Venezuela,
Brasile
RAGNI 4 OCCHI
Nei ragni
salticidi il paio centrale degli ocelli è molto acuto; il paio esterno
funge da vista secondaria, come pure le restanti due paia di occhi posizionati
sui lati e in cima alla testa. La maggior parte dei Ragni
ha quattro paia
di occhi nella parte frontale del cefalotorace, posizionati in
schemi (detti patterns) che variano da una famiglia all'altra. Il paio posizionato
sulla fronte è del tipo chiamato ocelli pigment-cup (contenitori del
colore), che nella maggior parte degli artropodi servono solo ad individuare
la direzione dalla quale arriva la luce, adoperando l'ombra proiettata dalle
superfici negli ocelli stessi. In ogni caso gli occhi principali della parte
frontale delle teste dei ragni hanno la capacità di formare delle immagini
abbastanza nette e distinte.La gru regolabile di seta del ragno saltatore. Senza
questa gru di seta i ragni potrebbero scivolare o addirittura cadere,
Fonte di ispirazione per i robot del futuro.I ragni salticidae sono cacciatori
diurni con una vista acutissima e con efficienti strategie predatorie con le
quali balzano sulle prede, gli scienziati si chiedevano da tempo come questi
predatori riuscissero a dare stabilità ai loro atterraggi rendendoli
morbidi, visto che non possono sfruttare linerzia di appendici oscillanti
o le forze aerodinamiche sbattendo le ali come fanno altri animali. i salticidae
utilizzano un meccanismo diverso per darsi stabilità in aria, utilizzando
una dragline di seta che prima si credeva fosse una specie di corda
si sicurezza. Maratus Volans o Ragno
Pavone - Colorato, bello e amorevole, il Ragno
Pavone è una specie di ragno saltatore che vive in Australia.
Grande dai 5 ai 7 millimetri, non è pericoloso per l'uomo. Una caratteristica?
Durante il corteggiamento il ragno pavone muove, come un ventaglio, la parte
pelosa che si trova sugli addominali e la terza serie di zampe. Si genera così
una danza che serve per conquistare la femmina ! Ragno
Sorridente Quattrocchi o Grallator
Theridion Conosciuto come ragno dalla faccia felice, vive alle Hawaii.
Totalmente innocuo per l'uomo, questo ragno abbia modificato il proprio corpo
per difendersi dai predatori. Animale a rischio d'estinzione, il Ragno
Sorridente è l'unico a prendersi cura dei piccoli dopo la nascita.
Quattrocchi [Bucephala clangula]
E
un Anatide a corologia oloartica. La particolarità del nome è
dovuta alla presenza di un caratteristica macchia bianca posta sotto locchio,
tipica nel maschio. Si tratta di
un "anatra tuffatrice" con il caratteristico corpo affusolato, si
tuffa nuotando sottacqua alla ricerca del cibo, involandosi dopo una breve
corsa sul pelo dellacqua. Si nutre principalmente di molluschi e crostacei.
E' presente nella nostra regione durante le migrazioni
e lo svernamento. Nellambiente lagunare di Marano e Grado è descritta
come svernante e migratrice regolare. Frequenta il mare, la si rinviene in particolare
nel Golfo di Panzano, la foce dellIsonzo, Primero e nella zona antistante
il porto di Grado. Le zone umide costiere della nostra regione rappresentano
un sito di importanza internazionale e larea più importante a livello
nazionale per lo svernamento di questa specie.
SATELLITE-COSMO-SkyMed detto Quattrocchi
Il mio vero nome è COSMO-SkyMed e sono un sistema OT (Osservazione della Terra); cos'è un OT? Semplice: intanto diciamo che non dovete confondermi con ET, anche se un po' Extra Terrestre lo sono anche io; un OT è un sistema (satellite e base Terra) che serve a guardare il nostro pianeta da lontano, dall'alto, insomma dallo Spazio. Mi hanno spedito a 620 Km dalla Terra, una bella altezza non c'è che dire; qualche volta mi gira un po' la testa! Ho un bellissimo occhio a "raggi X"; ragazzi che sballo, vedo proprio tutto! Riesco a vedere attraverso la nebbia, le nuvole e anche di notte.Allora le donne e gli uomini della Terra mi hanno mandato, uno alla volta altri tre fratelli gemelli, anche loro con un occhio a raggi X e così, volando insieme uno dietro l'altro a distanza fissa, passava pochissimo tempo tra due osservazioni successive della stessa zona della Terra. Gli altri OT allora hanno cominciato a chiamarmi "Quattrocchi".Con le immagini che io spedisco, le donne e gli uomini della Terra sanno fare cose grandiose: studiano i mari, le foreste e le città, prevedono le catastrofi e possono intervenire per salvare la vita sul pianeta. Sono molto compiaciuto di me stesso, anzi quando mi chiamano "Quattrocchi"comincio a ridere d'orgoglio a mettere in mostra tutte la mie capacità.
CROPCIRCLE TRINITA' QUATTROCCHI
CIBI QUATTROCCHI
Significato di Quattrocchi in Calabria Appartenenti alla famiglia di Giudici e Baroni
VOCABOLARIO DEL DIALETTO SICILIANO ITALIANO
Quattrocchi = persona che non leva mai gli occhiali
Traduzione di "Quattrocchi" in inglese: - foureyes - garrot - garrots
Traduzione di "Quattrocchi" in Tedesco: - Bebrillter mensch
sito a cura di Gilberto Quattrocchio e Patrizia Prodan
altri siti di Gilberto:
siti degli amici di Gilberto: